L'ultima vittima aveva appuntamento con un cliente, potrebbe essere il serial killer
Il serial killer potrebbe avere le ore, i giorni contati. Telecamere, celle telefoniche, app e siti di incontri per escort sono ora al vaglio degli investigatori impegnati nelle indagini per dare un volto all’omicida seriale che nella mattinata di ieri, 17 novembre, ha assassinato a coltellate tre donne a Prati in due appartamenti a poche centinaia di distanza uno dall’altro (leggi qui). Due cinesi a via Riboty e una colombiana in via Durazzo.
L’ultima vittima, in particolare, aspettava un cliente. Va accertato, ora, come l’uomo l’abbia contattata, se con un appuntamento preso in una app di incontri o se, invece, con una telefonata (leggi qui). A scoprire il cadavere la sorella, una transessuale, arrivata in Italia anni prima.
L’omicida comunque potrebbe aver lasciato tracce. Non solo impronte digitali e del suo dna – gli uomini della Scientifica hanno passato a rassegna tutti gli ambienti, dai portoni a ogni stanza delle abitazioni delle vittime – ma il suo passaggio in strada.
Ieri gli investigatori hanno prelevato le immagini di videosorveglianza puntate sia su via Riboty dove sono state assassinate le due escort cinesi di 40 e 25 anni, sia in via Durazzo dove poco dopo è stata trovata assassinata la collega sessantenne colombiana Martha Castano Torres.
Dagli esami autoptici ora la procura aspetta le prime risposte. Va accertato con quanti colpi le tre vittime sono state assassinate e con quale modalità. Ma anche se siano state drogate dal serial killer prima per rallentare le reazioni, imbavagliate oppure costrette con l’inganno a bere dell’acido. A quanto pare infatti i condomini non hanno sentito grida.
Le autopsie, in programma al Policlinico Gemelli, saranno utili anche per stabilire la cronologia dei decessi ed accertare se il killer abbia agito prima in via Durazzo nel corso della nottata e poi si sia trasferito in via Riboty.
Intanto i tre delitti hanno scoperchiato una realtà da tutti conosciuta e tollerata: le tante abitazioni trasformate in case di appuntamento a un passo dal tribunale di Roma, il più grande di Europa, e spesso frequentate anche da uomini in giacca e cravatta nelle pause in ufficio.
Ad attrarli, almeno nel caso delle due cinesi, spesso volantini con promesse di massaggi, la frase tipica per aprire le porte al sesso a pagamento. Sul foglio la scritta “Massaggio, 50 euro. Suonare al primo piano”.
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