Ostia, Labur presenta doppio ricorso contro la delibera capitolina sul Piano Arenili

Appena approvata in Aula Giulio Cesare, ecco che subito la delibera del Piano Utilizzo Arenili - Pua - viene impugnata con un doppio esposto da parte di Labur

lungomare duca degli abruzzi
Veduta di Lungomare Duca degli Abruzzi, Ostia Ponente

Ostia: come spiegato nel nostro articolo di ieri, 17 novembre (leggi qui) è stata approvata in Aula Giulio Cesare la delibera di adozione del nuovo Piano di utilizzazione degli arenili con cui si chiude la prima fase del percorso iniziato lo scorso agosto con l’approvazione della proposta in Giunta. Ma oggi, il giorno dopo, ecco che arriva un doppio dettagliatissimo ricorso sulla delibera stessa da parte di Labur.

Appena approvata in Aula Giulio Cesare, ecco che subito la delibera del Piano Utilizzo Arenili – Pua – viene impugnata con un doppio esposto da parte di Labur

Per la conclusione del lungo percorso di approvazione del Pua, si dovrà ora attendere la Valutazione ambientale strategica (Vas) della Regione. Poi come previsto dalla normativa nazionale di recente approvazione, si passerà alla messa a gara delle concessioni per le spiagge.

Dopo 16 anni dall’ultimo Pua, è stata approvata oggi in Aula Giulio Cesare, la Delibera di adozione del nuovo Piano di utilizzazione degli arenili, che con questo step sarebbe ora pronto a sostenere l’ultima approvazione sul Vas della Regione Lazio, e infine con la pubblicazione, l’avviamento di un percorso partecipativo in cui saranno coinvolti cittadini, associazioni e imprenditori balneari.

Sarà con quest’ultimo fondamentale confronto che prevedibilmente non sarà il più “liscio”, l’Amministrazione comunale procederà all’approvazione definitiva del PUA che secondo quanto comunicato conterrebbe novità importanti rispetto alla versione precedentemente, per garantire una più efficace attuazione degli obiettivi di interesse pubblico.

Tra gli effetti più importanti che la delibera in questione produrrà saranno il miglioramento dell’accesso, la libera fruizione dell’arenile e la libera visuale della linea di costa, impedita dal cosiddetto «lungomuro».

Si tratta di un passaggio ottenuto con l’eliminazione della passeggiata lineare a ridosso del bagnasciuga, che impedisce la reale fruizione di larghi tratti di arenile e che veniva computata tra le spiagge libere.

Altra differenza consisterebbe nella riduzione delle concessioni attuali al numero di 25, a beneficio secondo quanto spiegato, di una più omogenea distribuzione della spiaggia libera anche nella parte urbanizzata del litorale.

Al riguardo Labur ha dunque presentato questa mattina, venerdì 18 novembre, un doppio ricorso gerarchico alla Presidenza della Repubblica e alla Regione Lazio proprio relativamente a quanto accaduto ieri in Assemblea Capitolina dove è stato approvato “con effetti di immediata eseguibilità” la proposta preliminare di adozione del PUA, il Piano di Utilizzazione degli Arenili.

Labur ha spiegato in una nota di contestazione che “Si tratta di una delibera illegittima sia dal punto di vista patrimoniale sia sotto il profilo della delega al turismo. In particolare e in estrema sintesi, ricordiamo che la tenuta di Castelporziano non può essere regolamentata dal Comune di Roma, primo perché, da un punto di vista patrimoniale, è dotazione del Presidente della Repubblica, secondo perché, sotto il profilo delle deleghe sul turismo, non rientra tra i beni del demanio marittimo con finalità turistico ricreative”.

 “Aggiungiamo – sottolinea labur – come emerso dalla recente informativa della GdF relativa al sequestro dei chioschi, il Comune di Roma risulta anche moroso nei confronti dello Stato per svariati milioni di euro non avendo pagato dal 2001 la concessione demaniale per il tratto di spiaggia di Castelporziano incluso nella convenzione del 1965 con la Presidenza della Repubblica. Il quadro politico, in piena campagna elettorale per la Regione Lazio, in cui questa triste vicenda si inserisce, e che nulla ha a che fare con l’interesse pubblico, vede il presidente della Federbalneari, Renato Papagni, che messaggiava ieri da Dubai, cedere la poltrona a Massimo Muzzarelli secondo un accordo al quale avrebbe preso parte, nel ruolo di un imprecisato ‘garante’, il Presidente del Municipio X, Mario Falconi, che si è distinto solo per essere balzato agli onori della cronaca per una sceneggiata in aula municipale sui ‘poteri forti’”.

Labur precisa anche alcune smentite riguardo ad alcune notizie circolate negli ultimi mesi, definendo “Falsa la notizia girata negli ultimi mesi di sue imminenti dimissioni. L’accordo è stato raggiunto. Nel mentre, un altro pezzo da 90 dei balneari, rappresentante di SIB Confcommercio e FIBA, Ruggiero Barbadoro, cerca il suo sostituto e le sedicenti associazioni di tutela del mare e delle carte in regola, interpretano a comando la parte del cane ‘e canciello come utili idioti. Ieri in aula Giulio Cesare, a prescindere dalla non risposta dell’Assessore all’Urbanistica del Comune di Roma, barattata con inutili ODG di propaganda, alla nostra diffida di mercoledì, si è consumato un violento attacco criminale sotto il profilo ambientale e di gestione degli appalti, esattamente quello che nel 2013, ai tempi di Mafia Capitale, paventava il Prefetto Magno nella sua relazione proprio sul PUA”.

“In politica – conclude nella nota Labur – le coincidenze non esistono e dunque non appare una coincidenza che nel Municipio X, dopo un anno, non sia mai arrivato il promesso Assessore alla Legalità, altro tema di propaganda solo elettorale di un medico allergico al sano e democratico controllo esterno. Falso per altro che Veloccia voglia sottoporre il PUA alla VAS (Valutazione Ambientale Strategica) per cui sarà escluso ogni processo di partecipazione di tutti i portatori di interesse, in particolare quello dei cittadini romani, che per altro sono i soci di maggioranza assoluta. In questo scenario criminale, la Capitaneria di Porto in questi giorni sta indagando su tutti gli allacci in fogna sull’arenile che l’erosione continua a devastare, ma esattamente come per le aree verdi, colpevolmente “abbandonate” per farci parcheggi, sono merce di scambio in questa tossica campagna elettorale per la Regione Lazio. Sullo sfondo rimane il problema della dividende demaniale: ancora oggi nessuno sa di chi sia cosa, ma al mercato delle vacche si possono vendere lupi travestiti”.

Nei prossimi giorni pertanto Labur si riserva di approfondire anche la parte del PUA relativa all’Idroscalo di Ostia dove l’Amministrazione Municipale si è, per definizione di Labur stessa “Sperticata da mesi in false promesse e che viene definita ‘ostile’ per cui si rende necessaria la presenza della forza pubblica affinché le operazioni – per definire la dividente demaniale –  si svolgano in tranquillità”.

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