Roma, al motto di "tanta vernice e qualche mano incollata" imbrattato l'edificio della Cassa Depositi e prestiti: nel "manifesto" degli attivisti citato il segretario generale dell'ONU
Roma: Blitz di quattro attivisti di Ultima Generazione oggi alla sede centrale della Cassa Depositi e Prestiti in Via Goito. I muri sono stati dapprima imbrattati di vernice arancione sparata con degli estintori sulla parte frontale dell’edificio, poi ciascuno dei manifestanti si è incollato con la mano al fabbricato, tanto che nel tentativo di farli alzare per allontanarli, uno dei quattro si sarebbe ferito.
Nuovo blitz degli attivisti per l’ambiente di Ultima Generazione oggi pomeriggio a Roma, ma ad essere presa di mira stavolta non è stata la carreggiata dell’A24 o del Grande Raccordo Anulare, bensì la sede centrale della Cassa Depositi e Prestiti di via Goito, per motivazioni da loro stessi chiarite sui canali social: “Sono stufo che i soldi dei cittadini del mio Paese, i risparmi di anni delle famiglie come la mia, gli sforzi dei lavoratori e delle lavoratrici, siano letteralmente buttati in progetti a sostegno dei combustibili fossili. CdP, con più dell’80% delle proprie azioni controllate dallo Stato, attraverso i suoi capitali permette a grandi inquinatori come ENI, SNAM e SAIPEM di continuare a investire in gas, petrolio e carbone – spiega Davide -. Ogni euro investito in queste fonti fossili – come dice l’International Energy Agency – è investito nella morte delle persone: è investito nella distruzione del mio futuro e della generazione a cui appartengo“.
All’azione nonviolenta di imbrattamento di stamattina, hanno partecipato quattro attivisti, che suddividendosi i compiti hanno messo in atto il progetto complessivo della protesta odierna, ben diversa dall’invasione delle strade romane che ha fatto infuriare automobilisti fino all’ultima azione di venerdì scorso al Colosseo (leggi qui).
Prima con diversi litri di vernice arancione sparata sui muri hanno imbrattato l’edificio, poi srotolando lo striscione hanno iniziato a manifestare le motivazione della protesta seguite dall’elenco delle richieste. Tutto questo mentre seduti per terra si sono incollati le mani al fabbricato per rendere più difficile il loro spostamento: “Un po’ di colore, qualche palmo incollato, tante voci” – il loro commento su Instagram.
L’intervento della sicurezza che ha cercato di allontanarli da quel presidio, sembrerebbe abbia anche ottenuto l’effetto di procurare delle escoriazioni alla mano di uno di loro, afferrato proprio per il braccio della mano attaccata al fabbricato. Una situazione assurda durante la quale i manifestanti hanno comunque cercato approvazione e ascolto, e dichiarato il senso di quello sfregio: “Siamo il sesto paese per investimento di fondi pubblici in energie fossili, l’Italia usa 2,9 miliardi circa di euro delle famiglie italiane per condannarci ad un futuro indegno. I pericolosi radicali sono coloro che aumentano le emissioni, investire nei fossili è moralmente ed economicamente una follia”.
Le richieste infine sono quelle di non riattivare le centrali a carbone e rispettare il 2025 come termine per dismetterle (accordo preso anche con la COP26). Stop anche ad ogni progetto di trivellazione per estrarre gas naturale ed entro il 2023 l’attivazione di almeno 20GW di energie rinnovabili, fra eolico e solare.
Ad essere citato nell’ultimo passaggio di questa follia cittadina di oggi, anche il Segretario Generale dell’ONU, Antonio Guterres, al quale ricorrono per avvalorare le loro ragioni, ma che seppur d’accordo con la teoria, non dubitiamo lo sia meno con la pratica messa in atto da Ultima Generazione, per sostenere questi temi.
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