Abusò di una 17enne in ascensore: nuova condanna per lo stupratore della tassista

Lo stupratore della tassista era già stato condannato a 7 anni di carcere: ora la nuova condanna

Aggredì all’interno di un’ascensore una studentessa di 17 anni per molestarla sessualmente. Nuova condanna per  Simone Borgese, il 38enne romano già condannato a 7 anni di carcere per lo stupro ai danni di una tassista.

Lo stupratore della tassista era già stato condannato a 7 anni di carcere: ora la nuova condanna

L’uomo dovrà scontare altri 2 anni e 10 mesi di carcere. Ad infliggere la pena la prima sezione penale di piazzale Clodio.

I fatti risalgono al giugno del 2014. Borgese, all’epoca dei fatti trentenne, aveva tentato di abusare di una minorenne in un ascensore, in zona Colle del Sole. La giovane, che in un primo momento aveva denunciato la violenza subita senza riuscire a fornire agli inquirenti l’identità del molestatore, riconobbe Borgese dalle foto pubblicate sui giornali dopo lo stupro della tassista avvenuto nel maggio del 2015.

Per quest’ultima vicenda Borgese è già stato condannato a 7 anni di carcere in appello. Dopo avere scontato la pena è tornato libero nel giugno scorso. Ed ora rischia di finire di nuovo in carcere.

Per la 17enne la Corte ha disposto anche un risarcimento di 8mila euro.

Il riconoscimento

Tre uomini dietro la vetrata con fattezze simili. Trentenni, statura media, snelli, con barbetta. La 17enne aveva riconosciuto formalmente Borgese in una sorta di incontro all’americana organizzato proprio a piazzale Clodio.

La minorenne, che era stata inseguita in strada e palpeggiata in ascensore nel luglio dell’anno precedente, non aveva avuto dubbi vedendo i tre. “È lui, ha provato a violentarmi”.

L’aggressione

La minorenne assalita in ascensore, sempre a Piana del Sole come la tassista, all’epoca non si era limitata al riconoscimento.

Assistita dall’avvocato Teresa Manente, presidente di Differenza Donna, ha raccontato, travolta da un senso di malessere, l’incontro da incubo. “Sento ancora la paura – aveva detto al pm Eugenio Albamonte e al gip Flavia Costantini – Ero scesa dalla metro e lui mi ha seguita fino a casa”.

“Ho pensato che per coincidenza dovesse entrare nello stesso portone, anche se aveva un fare sospetto. Ma in ascensore non ho avuto dubbi: mi ha assalita e palpeggiata. Ho urlato, lui è scappato. L’ho rincorso con il mio fidanzato allarmato dalle mie grida”.

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