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Morì a 27 anni dopo un intervento ambulatoriale: ginecologo a processo

Maria Grazia Di Domenico morì a pochi giorni dall'intervento per una setticemia 

Maria Grazia Di Domenico, 27enne di origine salernitana residente a Roma, da tempo impegnata nel sociale, aveva mille progetti nel cassetto quando, l’anno scorso a maggio, si è sottoposta a un intervento ginecologico in day surgery. In pochi giorni invece la morte per setticemia. Per un errore medico, ipotizzala procura.

Maria Grazia Di Domenico morì a pochi giorni dall’intervento per una setticemia

Sul dramma ora a piazzale Clodio si aprirà un processo a carico del ginecologo, operante a una clinica privata di Roma (ma estranea ai fatti), che aveva eseguito l’intervento.

La procura ritiene che si sia trattato di un errore medico, precisamente della perforazione dell’utero. Da qui l’accusa di omicidio colposo.

A presentare la richiesta di giudizio immediato, il rito che saltando l’udienza preliminare porta subito a processo, lo stesso imputato.

La giovane era stata sottoposta il 17 maggio del 2021 all’intervento chirurgico di conizzazione dell’utero generalmente eseguito in regime ambulatoriale e finalizzato ad asportare lesioni al collo dell’utero.

Nelle 48ore successive all’intervento la paziente, aveva subito accusato malessere e dolori lancinanti, curati dallo stesso ginecologo con antibiotici e fermenti lattici. Una terapia blanda e inopportuna prescritta ignorando il reale quadro clinico per di più procurato.

Sono stati poi i medici dell’ospedale San Pietro, dove poi è stata trasportata d’urgenza dopo tre giorni a riscontrare la perforazione dell’utero.

L’immediato ricorso alla camera operatoria per la suturazione, però, purtroppo si è rivelato inutile. Poco dopo la giovane è morta. La famiglia da quel momento chiede giustizia: “Mentre nostra figlia stava morendo ignoravano ipotizzavano allergie e influenze”.

A chiedere il processo per il ginecologo la pm Daniela Cento alla luce di una perizia fatta eseguire da un medico legale e un ginecologo luminari nel settore.

Per i periti la 27enne è stata uccisa da una “sindrome da disfunzione multiorgano” conseguenza “di uno stato settico complicante una peritonite acuta da perforazione iatrogena del sigma (un tratto del colon ndr) causata dal medico “per colpa professionale consistita in imprudenza, negligenza ed imperizia”.

Il ginecologo, però, dovrà soprattutto rispondere l’omissione di “valutare adeguatamente la sintolatologia derivante da tali perforazioni”.

A giugno un altro caso di malasanità è stato al centro delle cronache. Un medico, ormai radiato, che curava tumori col bicarbonato è finito a processo per la seconda volta (leggi qui). 

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