Per anni è stato celebrato in tutto il mondo come un enfant prodige e ha chiuso la sua carriera con colonne sonore di film di successo, in un caso addirittura da Premio Oscar. Willy Ferrero, direttore d’orchestra e compositore, orgoglio della storia di Roma, giace nel cimitero di Ostia Antica ma nessuno può ricordarlo perché la tomba è irriconoscibile. Privo di manutenzione, il monumento funerario ha perso scritte e riferimenti che ne indicano l’illustre memoria.
La tomba del celebre compositore al quale è dedicato un parco è resa irriconoscibile dall’usura del tempo
Si avvicina la Ricorrenza dei Defunti e nel cimitero di Ostia Antica, memoriale dei pionieri del litorale romano (leggi qui), e balza agli occhi una grave mancanza verso un grande del passato, il maestro Willy Ferrero.
I più sanno che alla sua memoria è dedicato il parco pubblico di piazza Gasparri ma pochi conoscono la storia di Willy Ferrero. Nato nello stato del Maine in Usa nel 1906 da una famiglia di circensi – la mamma Nerina Moretti e il papà Vittorio Ferrero erano giocolieri – Willy già da piccolo dimostrò la sua capacità nel dirigere un’orchestra diventando famoso al Trocadero di Parigi a 4 anni d’età e, successivamente, dal 4 novembre 1912 al Teatro Costanzi di Roma.
Queste sue capacità da enfant prodige della musica gli valsero ricompense e onorificenze alla corte dello zar Nicola II di Russia, di re Giorgio V a Londra e dei papi Pio X e Benedetto XV.
Laureatosi nel 1924 all’Università per la musica e per le arti interpretative di Vienna, ribadì in età adulta i suoi successi in Italia ma anche a Berlino, Londra, Parigi e Mosca.
Di particolare impegno la composizione di colonne sonore che gli valse apprezzamenti internazionali. Ad esempio è di Willy Ferrero la colonna sonora di “Ladri di biciclette” di Vittorio De Sica vincitore del Premio Oscar 1950 come miglior film straniero. Come pure di “Harlem” (1943) di Carmine Gallone, maggior incasso al cinema di quell’anno. E di “La terra trema” (1948) di Luchino Visconti premio internazionale al Festival di Venezia. E, anche, di “Otello” (1951) di Orson Welles, Gran Prix du Festival di Cannes 1952.
Trasferitosi a vivere a Ostia, morì nel 1954 a causa di una malattia cardiaca. Era sposato con Norina Moretti, deceduta nel 1961. La coppia non aveva figli.
L’assenza di eredi ha lasciato alla comunità il compito della conservazione della memoria, concretizzatasi nella intitolazione di un parco. Purtroppo, però, la stessa attenzione da parte delle istituzioni non si manifesta nella cura della tomba del grande musicista. Il monumento funebre si trova all’ingresso della parte monumentale del cimitero di Ostia Antica, nel secondo spazio di destra ma sono individuabili solo due fotografie mentre la scritta dell’appartenenza del catafalco è cancellata dall’usura del tempo. In una immagine della lapide illeggibile si vede Willy Ferrero bambino, in frac e bacchetta da direttore in pugno, sotto la scritta “Folies-Bergere Paris, le plus grand prodige musical du siecle” e nell’altra l’uomo maturo in posa da fototessera.
Un grande della composizione musicale, un uomo che con la sua cultura ha reso famose Ostia e Roma nel mondo, meriterebbe maggior rispetto della sua memoria. E un’attenzione diversa da parte delle istituzioni.
Cimitero di Ostia, il ricordo dei pionieri del litorale (VIDEO)