Roma: l’ultima Assemblea Capitolina ha votato favorevolmente la delibera dell’assessore al Patrimonio e alle Politiche Abitative, Tobia Zevi, per la riqualificazione di alcuni padiglioni dell’ex Mattatoio di Testaccio. Parte di questo complesso architettonico verrà concesso all’Accademia delle Belle Arti di Roma.
Roma, via libera alla concessione dei padiglioni dell’ex Mattatoio di Testaccio ad attività di alta formazione: interventi di riqualificazione e restauro con oltre 18 milioni di euro
In una nota del Comune di Roma diffusa nelle ultime ore, si apprende che l’Assemblea Capitolina ha espresso parare favorevole alla delibera dell’assessore al Patrimonio e alle Politiche Abitative, Tobia Zevi, che prevede di concedere all’Accademia delle Belle Arti di Roma alcuni padiglioni dell’ex Mattatoio di Testaccio.
La nuova destinazione d’uso a queste attività di alta formazione artistica e musicale, è un importante obiettivo raggiunto con questo provvedimento e che darà nuova vita all’ex Mattatoio di Testaccio, originariamente un complesso di padiglioni alle pendici del Monte dei Cocci adibito alla macellazione ed alla distribuzione delle carni destinate alla Capitale.
La struttura progettata alla fine del 1800 è una pezzo importante del patrimonio immobiliare comunale. All’Accademia delle Belle Arti di Roma verrà concesso l’utilizzo solo di alcuni padiglioni.
Soddisfazione è stata espressa per questo importante step dall’assessore alla Cultura Miguel Gotor: “Con questo provvedimento vengono raggiunti due obiettivi: da una parte, si aprono nuovi spazi di qualità destinati all’istruzione e alla formazione dei giovani e, dall’altra, si valorizza e riqualifica un pezzo importante del patrimonio immobiliare della Capitale”.
La storia dell’ex Mattatoio
Nel 1888 l’architetto Gioacchino Ersoch, fu incaricato di progettare, a causa dei cambiamenti nell’assetto urbanistico della città e delle nuove norme igieniche riguardanti gli edifici di mattazione, un più grande complesso che rispondesse alle nuove esigenze.
Fu scelta una zona che, con l’approvazione di uno specifico progetto nel 1872, era già stata destinata all’edificazione di nuove residenze operaie nell’ambito dell’insediamento commerciale ed industriale più importante nella Roma di allora.
Al progetto partecipò l’ingegnere Filippo Laccetti che ideò tra l’altro un interessante sistema di eliminazione degli scarti alimentari nel vicino Tevere.
Nei primi anni del Duemila con Zoneattive nasce il progetto di restauro, e il cantiere fu aperto nel 2006 e terminato nel 2010; l’intervento conservativo ha riqualificato i padiglioni utilizzati per i serbatoi dell’acqua, per la pelanda e la macellazione dei suini.
La gestione, fino al 2017 affidata ai Musei in Comune della Sovrintendenza capitolina ai beni culturali, ha realizzato negli anni un percorso dedicato al contemporaneo arricchito anche dalla presenza di una sezione dell’Accademia di belle arti e della Facoltà di Architettura di Roma Tre. Dal 2018 la gestione è stata affidata da Roma Capitale all’Azienda Speciale Palaexpo.
“Stiamo lavorando per trasformare questa struttura – ha aggiunto Gotor – da luogo costantemente minacciato dal degrado e dall’abbandono a ‘Città delle Arti’: un’area riqualificata che sia un polo della Cultura e del sapere aperto alla città. Una vera opera di rigenerazione urbana, che prevede peraltro anche interventi di riqualificazione e restauro di spazi pubblici e di alcuni padiglioni finanziati con oltre 18 milioni di euro nel quadro del progetto Caput Mundi”.
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