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Dragona, abusi su una bimba nell’ex centro estivo: l’animatore condannato a un anno

Abusi su una bimba di 5 anni: nuova condanna per l'animatore del centro estivo di Dragona

Carezze inopportune su una bimba di cinque anni. Nuova condanna per l’ex animatore del centro estivo di Dragona, posto sotto i sigilli nel settembre del 2016, dopo che la procura aveva scoperchiato sospetti casi di pedofilia sulle piccole che lo frequentavano. L’animatore e patron della ludoteca è stato appena condannato a un anno di carcere per violenza sessuale aggravata proprio su una delle piccole che avrebbe dovuto assistere.

Abusi su una bimba di 5 anni: nuova condanna per l’animatore del centro estivo di Dragona

Una condanna che si va a sommare ai 5 anni e mezzo inflitti in via definitiva dalla Cassazione per le violenze perpetrate su un’altra bambina, di 10 anni, che frequentava nello stesso periodo il centro estivo.

Il caso che aveva scosso le mamme del quartiere risale all’estate del 2016. L’uomo, un quarantenne, col sorriso stampato sulle labbra all’occorrenza si improvvisava ballerino, clown, ginnasta. Sempre pronto, in veste di patron del centro e capo degli animatori, a coinvolgere nelle attività i bambini.

Fino a quando non è stato denunciato dalla mamma di una piccola di 10 anni di Dragona, terrorizzata ogni mattina dall’idea di andare al centro estivo. Negli spogliatoi e nei bagni si è scoperto il patron della ludoteca si sarebbe lasciato andare a carezze inopportune, che lo hanno portato per un periodo agli arresti domiciliari, e qualche anno dopo a una condanna in primo grado a 7 anni e mezzo.

Condanna poi ridotta in appello a cinque anni e mezzo per via della concessione delle attenuanti generiche. Nei giorni scorsi la nuova condanna inflitta dalla I sezione del Tribunale di Roma.

Nel frattempo, infatti, sempre a piazzale Clodio veniva avviato il secondo processo per gli abusi della bimba più piccola.

Ed è proprio questo secondo procedimento che si è chiuso nei giorni scorsi con una condanna a un anno di reclusione sempre per violenza sessuale su un minore. Pena che, su disposizione della Corte, dovrà scontare in continuazione alla prima divenuta nel frattempo definitiva.

Era stata la bambina di 10 anni, per prima, a raccontare gli approcci inopportuni subìti. Una confessione cominciata con una bugia.

La piccola per non tornare al centro estivo, dopo qualche giorno di assenza, aveva detto alla mamma di essere troppo stanca.

Non ce la faccio proprio. Non voglio andare“, diceva. Una giustificazione che non ha convinto la donna. La bambina allora ha dato altre spiegazioni.

Fino a quando ha detto di aver visto il titolare del centro molestare una bambina in bagno, e poi un’altra bambina nello spogliatoio. Un’altra scorciatoia per non confessare quello che secondo gli inquirenti – non sarebbe riuscita ad accettare. La vittima sarebbe stata lei. Ma non trovava il coraggio e le parole giuste per dirlo.

Ascoltando anche gli altri piccoli era poi emerso il secondo caso di abusi, per di più su una bimba ancora più piccola.

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