Grande Roma

Roma, coltellate al compagno della madre: per un 23enne scatta l’omicidio

La vittima Consiglio Di Guglielmo. Il 23enne inchiodato dal Dna sul coltello

Rischia il fine pena mai il 23enne di Ciampino che la notte del primo maggio ha colpito ripetutamente con un vaso e a coltellate il compagno della madre. La vittima Consiglio Di Guglielmo, un 52enne imparentato con la famiglia dei Casamonica, infatti, dopo mesi di stenti è morto in ospedale il 13 luglio.

La vittima Consiglio Di Guglielmo. Il 23enne inchiodato dal Dna sul coltello

Per il giovane, inizialmente accusato di tentato omicidio, ieri, venerdì 7 ottobre, la procura di Velletri ha fatto scattare una ulteriore misura cautelare con l’accusa di omicidio volontario aggravato dai futili motivi. Sembra lo stato di ubriachezza e la gelosia nei confronti della madre (leggi qui).

Il giovane era stato arrestato dai carabinieri di Ciampino e Castel Gandolfo subito dopo il tentato omicidio, al culmine dell’aggressione.

In quella circostanza i carabinieri, a cui il 23enne aveva opposto resistenza nel corso della perquisizione, avevano trovato in casa 30 grammi di marijuana e materiale per confezionare stupefacente, oltre a un coltello da cucina e vasi rotti insanguinati. Sull’arma sono state poi trovate tracce di Dna del giovane.

Attraverso le testimonianze dei vicini di casa, l’analisi della scena del crimine e le evidenze tecnico-scientifiche su quanto sequestrato, i militari hanno ricostruito la dinamica del violento litigio, culminata con l’aggressione con un vaso spaccato sulla testa della vittima e una decina di coltellate al collo, al torace e sulle braccia.

Dopo la morte della vittima la procura aveva disposto il trasferimento della salma in un istituto di medicina legale. L’autopsia avrebbe dovuto accertare se Consiglio Di Guglielmo fosse deceduto a causa delle conseguenze delle ferite gravissime al torace, al collo, a un braccio  e alla testa o la morte fosse in qualche modo da ricollegare alla degenza in ospedale o ad altre cause.

L’autopsia ha confermato che la morte è stata causata dalle gravi ferite. Da qui l’aggravamento della misura cautelare da tentato omicidio ad omicidio notificata direttamente in carcere.

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