Buzzi dovrà scontare la pena residua di 7 anni e 3 mesi. Per Carminati previsto l'affidamento ai Servizi Sociali
Periodo di libertà finito per Salvatore Buzzi: dovrà scontare la pena, ormai definitiva, in carcere. L’imprenditore delle coop condannato nel maxiprocesso sul Mondo di Mezzo, ex Mafia Capitale (che come stabilito dai giudici mafia non era) è stato arrestato nella tarda serata di ieri, 29 settembre, dai carabinieri del Ros a Lamezia Terme in provincia di Catanzaro dove era ospite di una cooperativa sociale.
Buzzi è tornato in cella in seguito all’ordine di carcerazione emesso dalla Procura generale di Roma. La Cassazione, ieri, 29 settembre, dopo aver respinto il suo ricorso e quello di Massimo Carminati – il presunto boss del gruppo – ha infatti reso definitiva per l’ex ras delle coop la condanna a 12 anni e 10 mesi per associazione per delinquere, corruzione, turbata libertà degli incanti e trasferimento fraudolento di valori, facendo scattare l’ordine di arresto.
Buzzi, che ha già trascorso un lungo periodo in carcere, proprio per il procedimento ex Mafia Capitale, dovrà espiare la pena residua di 7 anni e 3 mesi.
Condanna definitiva anche per Massimo Carminati: 10 anni. Per l’ex Nar, però, si dovrebbe aprire l’opportunità dei Servizi Sociali al posto del carcere.
Buzzi e Carminati finiscono nell’occhio del ciclone nel dicembre 2014. Il patron della cooperativa 29 Giugno e l’estremista di destra vengono arrestati insieme ad altre 26 persone, tra cui politici, imprenditori e factotum. Erano accusati a vario titolo di aver fatto parte o gravitato intorno a un’associazione mafiosa.
Buzzi e Carminati vanno in carcere, al 41bis dove restano fino al luglio 2017, quando i giudici di primo grado fanno crollare l’accusa principale: la mafia.
Le condanne sono comunque pesanti: Buzzi deve scontare 19 anni di carcere e Carminati 20, ma non più in un regime di carcere duro. In un’altalena di sentenze in appello torna di nuovo l’incriminazione per mafia che poi viene definitivamente cancellata in Cassazione.
Dopo una serie di ricorsi appelli ieri sul caso che ha tenuto banco per anni è stata detta la parola fine.
Le condanne da ieri sono definitive e la pena va espiata.
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