Grande Roma

Ventotene, si tuffa dalla barca e muore: la vittima il 20enne romano Lorenzo Guerrieri

Il ventenne dopo il tuffo dalla barca non è riemerso: è annegato sotto agli occhi degli amici

Tragedia oggi, sabato 27 agosto, al largo del porticciolo dell’isola di Ventotene, in provincia di Latina, dove un ragazzo di 20 anni residente nella Capitale, Lorenzo Guerrieri, un esperto sub, è morto subito dopo essersi tuffato per un bagno dalla barca dove insieme a dei compagni di corso si apprestava a fare snorkeling, le osservazioni del fondale marino a pelo d’acqua.

Il ventenne dopo il tuffo dalla barca non è riemerso: è annegato sotto agli occhi degli amici

A dare l’allarme gli stessi sub sulla barca appena hanno notato che non riaffiorava. Il giovane, che già in mattinata aveva detto di non sentirsi in forma, all’improvviso aveva perso conoscenza mentre nuotava. I soccorsi, però, si sono rivelati ben presto inutili.

Per il ragazzo non c’è stato nulla da fare. Il corpo è stato recuperato. La capitaneria di porto ora sta indagando per ricostruire quanto accaduto.

Della tragedia è stato subito informato il sostituto procuratore di turno della procura di Latina: spetterà ora al magistrato decidere se disporre l’autopsia per il giovane o meno.

L’esame autoptico, infatti, dovrebbe accertare le cause della morte, attribuite sul momento a un malore improvviso.

Un episodio che ha scosso tutta l’isola, dove il ragazzo faceva da anni le vacanze con la famiglia. “Siamo molto dispiaciuti per l’accaduto – ha detto il sindaco Carmine Caputo –  E’ una estate cha stava passando serena, senza incidenti, ci dispiace per la famiglia”.

Lorenzo è conosciuto da anni in tutta Ventotene, e in particolare dal nutrito gruppo di subacquei che frequentano l’isola dove passava le vacanze anche senza la famiglia, come in questi giorni.

Il precedente di Nettuno

Una tragedia, data l’età della vittima, che ricorda quella di Nettuno quando a fine maggio a Nettuno un 17enne egiziano venne travolto da un’onda mentre faceva il primo bagno della stagione.

La disgrazia domenica 29 maggio dopo che delle onde lo avevano risucchiato a largo, il ritrovamento del corpo il 2 giugno a 5 miglia dalla costa di Lavinio grazie a una motovedetta della Guardia Costiera di Anzio.

Una volta riportata a terra, come disposto dall’autorità giudiziaria, in quel caso la salma era stata riconsegnata ai familiari. Il magistrato, infatti, non ha disposto l’autopsia, risparmiando altro dolore ai genitori e ai fratelli.

Nessun dubbio infatti sulle cause dell’annegamento. Una ondata aveva trascinato via il ragazzo, di corporatura esile, spingendolo a largo.

Un bagnino di uno stabilimento nei pressi era riuscito a riportare a riva solo l’amico del diciassettenne.

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