Atti persecutori nei confronti della ex fidanzata: insieme ad un complice, stalker si presenta sotto casa della donna e del convivente minacciandola con il coltello
Si era presentato in pieno giorno sotto l’abitazione della ex compagna, che oggi convive con un altro uomo, e forse per non aver mai accettato la fina della loro relazione ormai finita, ha iniziato ad inveire, gridando contro la vittima 31enne le sue intenzioni violente e brandendo un grosso coltello con una lama di 30 cm.
Un altro caso di stalkeraggio che poteva trasformarsi nell’ennesimo femminicidio, è stato bloccato nelle ultime ore a Montorio Romano, località nella città metropolitana di Roma, dove un uomo di 37 anni di Moricone, in preda a quella che è stata descritta come una folle gelosia, si era presentato presso l’abitazione della sua ex, armato con due coltelli e con intenzioni violente.
L’uomo è arrivato sotto casa della donna e del suo nuovo compagno, ed ha iniziato a gridare brandendo un coltello con una lama di 30 cm. La donna impaurita ha immediatamente richiesto l’intervento dei Carabinieri di Nerola che sono giunti immediatamente sul posto con il rinforzo dei militari della Stazione di Montelibretti.
Il soggetto già noto alle forze dell’ordine, si era presentato con un complice, e all’arrivo dei Carabinieri ha cercato di occultare l’arma bianca sotto la cintola dei pantaloni, ma non riuscendovi proprio per le grosse dimensioni del coltello.
Vistosi messo alle strette, il 37enne ha reagito con veemenza contro i militari che lo avevano invitato a consegnare il grosso coltello, e non ottenendo alcuna collaborazione dai due soggetti, i Carabinieri hanno prima disarmato il potenziale aggressore poi ammanettato e tratto in arresto insieme al complice, a cui è stato trovato indosso un altro coltello.
I due sono ora gravemente indiziati delle gravi minacce alla vittima ed al suo compagno oltre al reato di resistenza a Pubblico Ufficiale. Lo stalker è stato ristretto in carcere, mentre il complice è stato sottoposto agli arresti domiciliari.
Gli indagati sono da ritenersi presunti innocenti in considerazione dell’attuale fase del procedimento – indagini preliminari – fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile.
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