Per ricevere il bonus bisognerà dimostrare di aver avuto un calo delle entrate a causa della pandemia
Ottocento euro al mese. Una boccata d’ossigeno per le famiglie in difficoltà o più precisamente il bonus che dovrebbe spettare ai genitori separati impossibilitati a pagare l’assegno dovuto al coniuge. Il condizionale è d’obbligo perché manca ancora la firma del ministro per le Pari Opportunità, Giustizia ed Economia Elena Bonetti. Tutti i dettagli, comunque, si trovano nel decreto attuativo.
Il sostegno durerà un anno, quindi il bonus potrebbe ammontare complessivamente a quasi 10mila euro, per l’esattezza 9.600 euro. Il sostegno – si legge nel decreto – spetta “al genitore in stato di bisogno che deve provvedere al mantenimento proprio e dei figli minori, nonché dei figli maggiorenni portatori di handicap grave, conviventi, che non abbia ricevuto, del tutto o in parte, l’assegno di mantenimento a causa dell’inadempienza del genitore” dovuta alla pandemia da Covid-19.
C’è da chiarire che gli 800 euro di cui si parla rappresentano un “tetto massimo”, quindi il bonus potrebbe essere anche di entità minore, dipende dal reddito di partenza. Il contributo verrà erogato in base alla disponibilità del fondo e al numero dei richiedenti fino a esaurimento delle risorse. Lo stanziamento per la misura ammonta a 10 milioni di euro.
Nella domanda per avere il bonus bisognerà specificare l’importo dell’assegno di mantenimento e l’ammontare delle somme non versate all’ex coniuge. Tutti i dettagli verranno comunicati tramite un avviso dal Dipartimento per le politiche della famiglia.
Il richiedente, quindi, deve avere un reddito inferiore o uguale a 8.174 euro nell’anno in cui chiede il sostegno. ll bonus viene erogato esclusivamente ai genitori che non abbiano ricevuto l’assegno di mantenimento o lo abbiano ricevuto in maniera parziale nel periodo compreso tra l’8 marzo 2020 e il 31 marzo 2022.
Infine, per ottenere il bonus il richiedente deve aver subito una riduzione o una sospensione dell’attività lavorativa a partire dall’8 marzo 2020, per almeno 90 giorni, o in alternativa aver avuto un calo del reddito del 2020 rispetto a quello del 2019 di almeno il 30%.
La misura inizialmente si trovava nel decreto Sostegni, approvato a maggio 2021, ma è stata ritenuta inapplicabile perché ritenuta discriminatoria. Nel testo, infatti si parlava di separati o divorziati, senza fare riferimento alle coppie di fatto.
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