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Ostia, polemica sui “lotti” di spiaggia libera di Ponente. Labur: “Non possono essere cinque”

Ostia, sarebbero irregolari le spiagge libere di Ponente. Labur: "I lotti furono un'invenzione del Comune di Roma"

Ostia: la suddivisione in lotti della spiaggia di lungomare di Ponente, risulterebbe irregolare. E’ quanto emerso da un approfondimento del Laboratorio di Urbanistica Labur, secondo il quale non potrebbero esistere cinque spiagge libere attrezzate, ma una sola spiaggia libera.

La concessione iniziale consisteva infatti nel solo tratto di costa lungo circa 90 metri, a partire dall’ex-spiaggia libera nota come “Social Beach”, e fino al Porto Turistico di Roma. I dettagli.

Ostia, sarebbero irregolari le spiagge libere di Ponente. Labur: “I lotti furono un’invenzione del Comune di Roma”

I lotti che suddividono la spiaggia libera di ponente in cinque spiagge libere attrezzate, non sono regolari. Lo dichiara Labur in una nota ufficiale diffusa nelle ultime ore con la quale intende chiarire com’è nata questa “bizzarria dal punto di vista amministrativo”, e a cosa ha dato origine da allora.

“La motivazione è nota almeno da quattro anni – spiegano -, da quando durante il processo al clan Spada il sottufficiale della Capitaneria di porto, Samuel SASSO, al tempo appartenente al Nucleo Speciale Intervento del Comando Generale, ricostruì in sede giudiziaria la storia della spiaggia libera di Ostia Ponente, praticamente ‘lottizzata’. Ciò che emerse – proseguono -, ma che tutti sapevano da sempre, è che i ‘lotti’ di spiaggia libera ad Ostia Ponente sono stati un’invenzione del Comune di Roma, o, per meglio dirla con le parole del Pubblico Ministero, Mario Palazzo, “Una vera bizzarria dal punto di vista amministrativo”.

Dalla concessione iniziale alla suddivisione in lotti: la storia della spiaggia libera ricostruita da Labur

Il Dipartimento IX del Comune di Roma con determinazione dirigenziale n.37 del 28 luglio 2000 (il primo atto emesso dal Comune, dopo aver ricevuto le deleghe amministrative dalla Regione Lazio sul demanio marittimo) ampliò a sua discrezione l’unica concessione di propria competenza ad Ostia Ponente (la n.219), ignorando il parere contrario della Regione: “Quella ‘spiaggia libera‘ non poteva essere trasformata in ‘spiaggia libera attrezzata.

La concessione iniziale, rilasciata dalla Capitaneria di porto al Comune di Roma, allo scopo di realizzare una spiaggia libera sorvegliata ad uso del personale in servizio al Comune di Roma – poi diventata la c.d. “spiaggia dei vigili” – consisteva nel solo tratto di costa lungo circa 90 metri a partire, verso il porto, dall’ex-spiaggia libera nota come “Social Beach”, oggi diventata la “Spiaggia Rosa”

Con il rinnovo quadriennale (nel 1995), ne fu autorizzato dalla Capitaneria di Porto un ampliamento per altri 90 metri, fino al confine della mezzeria di via dell’idrovolante. per poi avvenire nel 2000 il famoso ampliamento fino al porto che all’epoca era in costruzione.

“Fu con questo atto amministrativo che inizio la divisione in lotti della spiaggia libera di Ostia Ponente – spiega Labur -, caso più unico che raro in Italia, con conseguente infiltrazione della criminalità locale come ben noto ormai dagli atti giudiziari. L’ultima vicenda ha infine riguardato i chioschi realizzati nei singoli lotti per la somministrazione di cibi e bevande, demoliti a seguito di un nostro esposto accolto dall’Autorità Nazionale Anti Corruzione (ANAC)”.

La situazione dei cinque lotti di Ostia ponente oggi

Dopo il commissariamento di Ostia e la gestione del M5S, l’attuale giunta PD ha di nuovo previsto, nel bando di gara 2022 per l’affidamento sulla spiaggia di Ostia Ponente dei servizi di balneazione, la realizzazione di strutture per ogni singolo lotto:

“Queste, solo teoricamente sono destinate al rimessaggio di attrezzature, lettini e ombrelloni – sottolineano – ma praticamente sono veri e propri punti di accoglienza per fornire servizi complementari (esclusi dal bando) come ad esempio la consegna sul posto di cibi e bevande“.

Ad oggi, dei cinque lotti di Ostia Ponente ne risultano affidati due, ed un terzo funziona come spiaggia per cani:

Entrambi, sembrerebbero integrare i servizi di balneazione con il rifocillamento dei bagnanti mediante attività commerciali legate sempre agli affidatari – dichiarano – un modo ‘elegante’ ma non regolare per aggirare il divieto di somministrazione imposto blandamente dal Municipio, e organizzato mediante strutture leggere (gazebo illegalmente pre posizionati), lasciando invece ombrelloni e lettini accatastati sull’arenile”.

Labur: “il ‘business’ delle spiagge libere è la somministrazione di cibi e bevande”

Il “business” della somministrazione di cibi e bevande secondo quanto sostenuto dal team di professionisti, sarebbe dunque stato ripristinato: “Anche se non esiste il divieto di mangiare in spiaggia, non è comunque consentito all’affidatario di gestirlo in esclusiva, come invece sembrerebbe stia accadendo – dichiarano -, e nell’indifferenza del Municipio anche dopo il controllo di legittimità e regolarità amministrativa avviato dal Segretariato Generale del Comune di Roma il 1 giugno 2022 dopo il nostro l’esposto dell’11 maggio scorso”.

Quello del 2022 secondo il Laboratorio di urbanistica. sarebbe dunque un bando irregolare: “Un bando – dichiarano – dove addirittura non ci si è accorti dell’assenza del CIG (Codice Identificativo Gara) richiesto dall’ANAC: un codice alfanumerico generato dal sistema SIMOG dell’ANAC per consentire l’identificazione univoca delle gare, dei loro lotti e dei contratti e tracciare le movimentazioni finanziarie degli affidamenti di lavori, servizi o forniture, indipendentemente dalla procedura di scelta del contraente adottata, e dall’importo dell’affidamento stesso”.

Sarebbe stato proprio l’ANAC ad aver chiarito che non è stabilita alcuna soglia minima. Il  codice CIG cioè, va richiesto indipendentemente dall’importo e dall’esperimento o meno di una procedura di gara o di un procedimento ad evidenza pubblica. Come nel caso della illecita ‘lottizzazione’ della spiaggia di Ostia Ponente.

Alla data odierna, 29 luglio 2022, ancora nulla risulterebbe sul sito del Comune di Roma nella sezione dedicata al Sistema Unico degli Affidamenti (S.U.Aff.),. Alla data di aggiornamento riportata (3 maggio 2022), figura solo la dicitura “proposta di aggiudicazione”, quando invece già si era avuta “l’aggiudicazione definitiva”. In pratica – conclude Labur – Anche se non sono tornati fisicamente i chioschi ma ne è tornata la loro funzione per la somministrazione, riattivando le condizioni necessarie a una lottizzazione del grande business delle spiagge”.

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