Roma, cercasi posti letto in Medicina: nuova giornata di caos nei pronto soccorso

Posti letto in Medicina introvabili.  Cittadinanzattiva lancia l'allarme: si alimentano tensioni nei pronto soccorso

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Caos nei Pronto Soccorso: barelle con pazienti in attesa per giorni e posti letto negli ospedali introvabili, soprattutto nei reparti di Medicina.  “Siamo pazienti, ma fino ad un certo punto” denuncia Elio Rosati, segretario regionale di Cittadinanzattiva Lazio.

Posti letto in Medicina introvabili.  Cittadinanzattiva lancia l’allarme: si alimentano tensioni nei pronto soccorso

I Pronto Soccorso e gli operatori vanno sostenuti da atti concreti. Troppi ancora i pazienti in attesa di un posto letto, anche da diversi giorni in tutte le sale di emergenza del Lazio“.

Non più tardi di 10 giorni fa avevamo lanciato l’ennesimo allarme sulla situazione dei Pronto Soccorso del Lazio – chiarisce Rosati – E oggi, puntualmente, continuiamo a raccogliere segnalazioni ai limiti della disperazione da parte di cittadini che chiedono un posto letto in un reparto da diversi giorni.”

Questo il quadro delineato oggi da Cittadinanzattiva, dopo la giornata di ieri, 21 luglio, contrassegnata da un picco di segnalazioni.

“Siamo in una situazione di assenza di scelte decise da parte delle Direzioni verso, in particolare, i Reparti di Medicina – specifica il segretario regionale – Abbiamo sempre rispettato le responsabilità che la parte tecnica, insieme a quella politica, hanno in carico in un periodo storico di straordinaria eccezionalità. Ma questo non è un alibi per giustificare, minimizzare o non prendere decisioni verso quelle strutture sanitarie e reparti che non riescono a dare una soluzione organizzativa, pratica e pronta ai bisogni primari dei cittadini”.

E allora in questa situazione non possiamo attendere la nomina del Responsabile dell’Area Ospedaliera della Regione Lazio, area rimasta già vacante per diversi mesi in periodo Covid dopo le dimissioni del dottor Giuseppe Spiga”, aggiunge Rosati.

Esiste una Direzione regionale delle politiche della salute che è deputata a decidere, indirizzare e determinare le azioni di governo che, a cascata, le Aziende Sanitarie e Ospedaliere devono “mettere a terra” e rendere operative. Oggi è chiaro che questo percorso istituzionale è totalmente fuori controllo: ne è prova la costante, incessante e rilevante situazione di sofferenza dei cittadini che accedono al Pronto Soccorso, unico presidio sanitario pubblico accessibile e sempre aperto”.

“Così si alimentano le aggressioni”

L’organizzazione che promuove iniziative a difesa dei diritti dei cittadini punta il dito anche su un risvolto: la rabbia dei pazienti e soprattutto dei familiari. Ormai troppo spesso cittadini ricorrono al Pronto soccorso come unica via all’accesso alla sanità pubblica.

“Ora riteniamo la misura colma. Per la dignità dei cittadini, degli operatori sanitari e delle stesse istituzioni sanitarie pubbliche perché, e questo è un aspetto delicato, il rischio concreto di disaffezione verso il servizio pubblico, la rabbia sociale e la capacità o meno di gestire questi fenomeni alimentano un ambiente favorevole alla violenza verso gli operatori sanitari”, denuncia il segretario regionale.

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Covid, i medici dei pronto soccorso del Lazio: “Si continua a sottovalutare la quinta ondata”