Sarà un’estate con vacanze ad alto rischio per chi intende spostarsi all’estero in aereo (e non solo). Compagnie aeree e diversi aeroporti si sono fatti trovare impreparati con la ripresa massiccia del traffico aereo e la conseguenza è che si vivono momenti di vero caos negli scali con la rapida cancellazione di migliaia di voli.
Lufthansa ha cancellato altri 2mila voli, l’aeroporto di Heatrow in tilt, le compagnie lowcost in agitazione: vacanze all’estero a rischio
E’ il caso di Lufthansa che ieri ha annunciato la cancellazione di altri 2.000 voli fino a fine agosto negli scali di Francoforte e Monaco mentre l’aeroporto londinese di Heathrow, ormai al collasso, ha chiesto alle compagnie aeree di non vendere più biglietti per l’estate, inoltre è stato stabilito un accesso a numero chiuso nello scalo: non più di 100 mila passeggeri al giorno.
Nel 2020 Heathrow ha visto transitare oltre 22 milioni di passeggeri, diventando l’aeroporto più trafficato d’Europa. Le cancellazioni dei voli, che stanno colpendo gran parte del Vecchio Continente, sono dovute alla mancanza di personale viaggiante e di terra negli aeroporti. Con la pandemia e il crollo del traffico aereo sia le compagnie aeree che le società che gestiscono gli scali per contenere i costi hanno ridotto drasticamente la forza lavoro ma ora non riescono a trovare nuovi lavoratori per far fronte alla ripresa esponenziale della domanda.
Lo sciopero delle compagnie lowcost
Intanto in Italia è atteso per domenica prossima uno sciopero di quattro ore delle compagnie low cost Ryanair, Easyjet e Volotea (leggi qui). In origine era stato programmato per l’intera giornata ma poi il Garante lo ha ridotto a quattro ore, dalle 14 alle 18. «Ci adeguiamo alla decisione presa dal Garante, ma allo stesso tempo sollecitiamo un intervento da parte del Governo per aprire al più presto un tavolo di confronto con le compagnie low cost», affermano Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti.
Allo sciopero delle compagnie low cost si aggiungerà nello stesso giorno anche quello dell’Enav, sempre dalle 14 alle 18, che lascerà a terra tutte le compagnie aeree. «Lo sciopero nazionale dei controllori di volo è stato indetto per protestare soprattutto contro il pesante e cronico sotto organico in cui si trova ad operare l’Ente soprattutto in questo particolare momento di ripresa del traffico aereo», sottolineano i sindacati.
Sugli scioperi Il Garante ha comunque avvertito che l’astensione deve svolgersi «nel pieno rispetto della normativa» vigente ed «esclusivamente nell’arco temporale previsto». E sempre sugli scioperi il presidente dell’Enac, Pierluigi Di Palma, in audizione alla Commissione parlamentare di inchiesta sulla tutela dei consumatori e degli utenti, ha detto che ci sarà una «moratoria dalla fine di luglio fino ai primi di settembre dove non si potrà scioperare nel settore aereo». E questo «dà al nostro sistema la possibilità di reagire meglio ad una situazione di carattere continentale che contagia anche il nostro sistema perchè viviamo in totale interconnessione», ha aggiunto Di Palma. Dal canto suo il presidente della Commissione, Simone Baldelli, ha sottolineato che «i passeggeri devono conoscere e far valere i propri diritti, garantiti dalle normative in vigore su cancellazioni e ritardi».
In Italia solo il 4% dei volo in ritardo
Intanto il direttore generale Enac (Ente nazionale aviazione civile), Alessio Quaranta, fa il punto della situazione in Italia. «Avevamo già previsto per l’estate del 2022 di superare livelli pre-covid, con un ritorno massiccio dei passeggeri a volare nei nostri cieli – sottolinea Quaranta – Gli scioperi incidono ma sui disservizi incidono anche molto i ritardi generati per l’incapacità delle infrastrutture di gestire questo flusso di passeggeri soprattutto per i vettori low cost perchè è sufficiente che si accumuli qualche ora di ritardo nella turnazione giornaliera dell’aeroplano da sconvolgere completamente il routing del singolo aeroplano che loro utilizzano nella giornata».
«Questo – prosegue Quaranta – comporta a cascata il blocco di passeggeri in aeroporto. Abbiamo visto nei principali hub europei grandi file per la consegna del bagaglio e l’accesso ai varchi di sicurezza: da un lato l’aver mandato a casa le persone e aver perso un know-how che non può essere ripristinato nella immediatezza, dall’altra parte si è anche persa la fidelizzazione del sistema perchè tanti lavoratori del trasporto aereo in alcuni paesi europei hanno trovato lavoro in altri settori, preferendo in periodo covid trovare una sistemazione differente. Di conseguenza nell’improvviso riemerge del traffico alcuni sistemi si sono trovati in vera difficoltà. Il sistema nazionale sta reggendo con una serie di disservizi che stanno andando oltre la fisiologia ma legati a questi effetti indotti delle difficoltà in altri paesi, ma nei numeri sono per adesso contenuti, meno del 4% rispetto ai voli sia in partenza che in arrivo».
Stop dei treni in Gran Bretagna
Nel Regno Unito riparte pure la dura vertenza salariale e sulle condizioni di lavoro dei dipendenti delle ferrovie. Dopo lo sciopero di tre giorni – il più vasto da 30 anni sull’isola – che a giugno ha paralizzato i treni, il principale sindacato di categoria, Rtm, guidato dal suo combattivo leader Mick Lynch, ha annunciato oggi una nuova astensione dal lavoro per il 27 luglio. Lynch ha denunciato la mancanza di passi in avanti nei colloqui con le aziende private ferroviarie e con il gestore pubblico della rete (Network Rail) e ha ribadito fra l’altro la richiesta di aumenti di stipendio pari all’11% per compensare gli effetti sul costo della vita dell’impennata dell’inflazione, avviata nel Regno verso il 10%.
Confermato lo sciopero di piloti e assistenti di volo Ryanair