Roma, il trapper Saor ucciso da una overdose: il pusher spedito a processo

Il trapper era stato trovato morto per strada, dopo anni di indagini complesse la svolta nell'inchiesta: il pusher sospettato è stato rinviato a giudizio, sarà processato

Il trapper Saor in uno dei suoi video

Due anni di indagini e altri due per l’apertura del processo, ma alla fine la procura di Roma ha messo il primo punto fermo sulla morte di Saor, il trapper punk peruviano di 29 anni, all’anagrafe Christian Ballena, trovato morto il 19 maggio del 2019 per strada a Torpignattara.

Il trapper era stato trovato morto per strada, dopo anni di indagini complesse la svolta nell’inchiesta: il pusher sospettato è stato rinviato a giudizio, sarà processato

Il pusher che avrebbe fornito al trapper il mix di droga fatale, eroina e fentanyl, è stato appena spedito a giudizio dal gip Paolo Taviano con l’accusa di morte come conseguenza di altro delitto, ossia lo spaccio di sostanze stupefacenti.

Sul banco degli imputati – il processo si aprirà ad aprile 2023 – un 43enne di Torpignattara. Secondo la ricostruzione del pm Mariorasaria Guglielmi avrebbe fornito il mix di droghe e di farmaci al trapper e poi dopo l’improvvisa e probabilmente inaspettata morte per overdose lo avrebbe lasciato per strada.

Il potente analgesico

Una inchiesta complessa. Il magistrato per risalire al pusher ha incentrato le indagini non solo sui contatti telefonici, ma anche sulla cerchia di pazienti che avrebbero potuto avere prescrizioni di Fentanyl, un analgesico con una potenza di almeno 80 volte superiore a quella della morfina.

Un medicinale che non viene mai rilasciato in assenza di una prescrizione medica. Ed è a proprio a seguito di controlli serrati anche nelle farmacie che i carabinieri, delegati alle indagini, hanno scoperto che un familiare del sospetto pusher aveva avuto delle prescrizioni specifiche.

Il cadavere di Saor era stato trovato a notte fonda da un passante in via Anassimandro non lontano dall’abitazione del 43enne romano ora finito a giudizio. Il trapper sarebbe andato a casa del pusher un paio di giorni prima, doveva essere suo ospite, senza dire nulla però ai familiari.

I genitori e il fratello di Saor, assistiti dall’avvocato Alessandro Ruggiero, si sono costituiti parte civile.

Writer, tatuatore e soprattutto trapper punk hardcore Saor cantava in un brano “Voglio la morte, voglio droga, sono finito in un tunnel“. A tradirlo proprio la droga e un amico che invece di aiutarlo gli avrebbe fornito le dosi fatali per poi abbandonarlo per strada dopo morto.

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