Tecnologia

Un nano-sensore ci dirà quali pesticidi sono presenti su frutta e verdura

Un nano-sensore è stato sviluppato in Svezia: ha una capacità di rilevare microparticelle di sostanze chimiche come i pesticidi presenti sui prodotti agricoli

Un nuovo nano-sensore in grado di riconoscere le tracce di pesticidi presenti sulla frutta e verdura in soli 5 minuti, è stato realizzato in un laboratorio svedese di nanotecnologie. Lo strumento sarà utilissimo per evitare  i potenziali problemi di salute che possono derivare dal consumo di queste sostanze nocive.

Un nano-sensore è stato sviluppato in Svezia: ha una capacità di rilevare microparticelle di sostanze chimiche come i pesticidi presenti sui prodotti agricoli

Il dispositivo, sviluppato da ricercatori guidati dall’Istituto Karolinska di Stoccolma, è economico e facile da produrre, fattori che lo rendono adatto a diventare di uso comune in negozi e supermercati, per monitorare la qualità della frutta venduta ai consumatori.

I risultati dello studio sono stati pubblicati con il titolo “SERS Hotspot Engineering by Aerosol Self-Assembly of Plasmonic Ag Nanoaggregates with Tunable Interparticle Distance“ sulla rivista Advanced Science. La squadra di ricercatori guidata da Haipeng Li (Dipartimento di Microbiologia, Tumori e biologia cellulare dell’Istituto Karolinska) ha utilizzato una potente tecnica di rilevamento in grado di aumentare di oltre 1 milione di volte i segnali provenienti dalle biomolecole che si intende cercare: è una tecnologia già usata in diversi campi di ricerca, ma gli elevati costi di produzione e la limitata riproducibilità ne hanno finora ostacolato l’applicazione nel campo della sicurezza alimentare.

Gli autori dello studio hanno però trovato un modo più economico per ottenere lo stesso risultato: hanno usato nanoparticelle di argento riscaldate e poi spruzzate su una superficie di vetro in modo da creare un rivestimento metallico, aggiustando poi la distanza fra le singole nanoparticelle per aumentarne la sensibilità.

I ricercatori hanno messo alla prova il sensore con il Parathion, un insetticida altamente tossico un tempo impiegato nell’agricoltura e il cui uso è ora vietato o molto limitato nella maggior parte dei Paesi. I residui del pesticida sono prelevati dalla frutta con un batuffolo di cotone, che viene poi immerso in una soluzione che libera le molecole della sostanza nociva: facendo infine cadere questa soluzione sul sensore, si ottiene il responso nel giro di pochi minuti. «La tecnologia dovrà essere validata da studi più ampi – sostiene Li – ma abbiamo fornito una prima prova pratica dell’applicabilità di questi sensori su larga scala per la sicurezza alimentare».

L’applicazione tecnologica sarà utile anche e soprattutto per quei soggetti che presentano forti allergie alimentari dettate soprattutto dalla reazione alle sostanze chimiche usate in agricoltura.

Lo studio in lingua inglese è consultabile presso questa pagina.