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Fregene, banda del rolex realizza truffa da 25mila euro, poi è scoperta: tre denunciati

La prima truffa era andata a segno, poi i malviventi sono stati scoperti  e denunciati quando hanno tentato di perpetrare lo stesso inganno alla medesima persona

Fregene, la truffa della banda dei rolex era andata a segno, ma questa volta tre malviventi napoletani con alle spalle diversi precedenti specifici per reati simili sparsi per tutta l’Italia, sono stati successivamente identificati e denunciati dai carabinieri.

La prima truffa era andata a segno, poi i malviventi sono stati scoperti  e denunciati quando hanno tentato di perpetrare lo stesso inganno alla medesima persona

Un noto ristoratore della cittadina fiumicinese era stato infatti truffato per 25mila euro.

L’uomo aveva legalmente messo in vendita su internet il prezioso orologio a cifre molto vantaggiose. A quel punto, dopo una rapida trattativa, uno dei tre, ben vestito e con tanto di fuoriserie al seguito, per risultare estremamente credibile e benestante, si è presentato con l’assegno pattuito nell’attività della vittima.

Assegno prontamente girato in banca, e anche qua tutto sembra filare liscio, seppur falso, l’assegno supera anche i test antitruffa dei lettori ottici e viene accettato dalla filiale.

I partenopei hanno sfruttato il vantaggio temporale derivante dal lasso di tempo che è servito a svelare l’inganno, tentando un ulteriore blitz, con una seconda offerta, stavolta superiore ai 30mila euro, per un altro rolex che sempre lo stesso commerciante aveva messo in vendita.

Questa volta però, qualcosa deve essere scattato nella mente del truffato, che ha chiamato i carabinieri di Fregene che, in sinergia con i carabinieri di Ostia, hanno svelato l’inghippo e, quando i membri della banda hanno tentato di consegnare anche il secondo assegno contraffatto e ricevere l’altro orologio, sono stati fermati e denunciati dai carabinieri.

I militari hanno scoperto che c’era dunque anche una terza persona a operare nella banda, anch’essa denunciata e sempre napoletana, che serviva da supporto ai due che invece erano il “braccio armato” che metteva a segno colpi in serie in tutto il territorio nazionale, con grande attenzione agli annunci dei poveri malcapitati, soprattutto quando si trattava di orologi di lusso ed auto sportive.

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