Roma, 30 anni di carcere a Fabrizio Fabietti, ex uomo di fiducia di Diabolik

Non è stata rilevata ai suoi danni l'aggravante del metodo mafioso

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Immagine di repertorio.

Fabrizio Fabietti, ex uomo fiducia di Fabrizio Piscitelli, alias ‘Diabolik’, lo storico capo degli Irriducibili, ucciso il 7 agosto 2019 a colpi di pistola alla testa nel parco degli Acquedotti a Roma, ha ricevuto una condanna di 30 anni di carcere.

Non è stata rilevata ai suoi danni l’aggravante del metodo mafioso

Questo hanno deciso i giudici della prima sezione penale del Tribunale di Roma durante il processo ‘Grande Raccordo criminale’, l’organizzazione di narcotrafficanti operante nella capitale e smantellata con l’operazione ad opera della guardia di finanza il 28 novembre 2019.

Durante il procedimento i giudici non ravveduto nell’imputato l’aggravante del metodo mafioso. Altri 6 imputati hanno ricevuto pene che vanno dai 10 anni ai 10 mesi

Il Pm aveva invece chiesto per Edoardo De Santis una condanna a 30 anni.

La banda di narcotrafficanti operava principalmente nella piazze di spaccio di Roma Nord. Nell’organizzazione erano presenti, per le operazioni di “recupero credito”, dei picchiatori albanesi, in molti casi ex pugili.

Fabrizio Fabietti, grande amico di Diabolik, sarebbe stato alle prime posizioni per importanza all’interno della banda del “Grande Raccordo criminale” che venne sgominata grazie a 51 arresti.

Secondo le indagini, il gruppo comprava  e rivendeva droga collegando Olanda e Spagna alla capitale.

Il collante tra Italia ed estero era Raul Esteban Calderon. Lui, che secondo le ricostruzioni ha premuto il grilletto e ucciso Fabrizio Piscitelli, aveva in mente di uccidere Fabietti assieme al suo amico Leandro Bennato e ci ha provato per diverso tempo nel novembre del 2019, tanto da obbligare Fabietti Per undici giorni, dal 14 al 25 novembre 2019, Bennato e Calderon hanno provato ad ammazzare Fabietti, tanto da costringerlo a dotarsi di una scorta armata per proteggersi dalle imboscate.

Fabietti temeva così tanto per la sua vita che il giorno che venne arrestato il 28 novembre 2019 fuggì fra i tetti vestito del solo pigiama e fu quasi sollevato quando capì che non erano sicari ma uomini della finanza.

Adesso è giunta la condanna per quell’operazione e rende l’idea di come il gruppo di Diabolik e Fabietti aveva nelle mani gran parte delle piazze di spaccio della Capitale.

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