Grande Roma

Per Vanessa Russo la ragazza uccisa con l’ombrello: il risarcimento alla famiglia dallo Stato

Era il 26 aprile del 2007 quando Vanessa Russo, una studentessa 22enne di Fidene,  venne uccisa con un ombrello in un tunnel della metro di Roma da Doina Matei, una giovane romena poi condannata a 16 anni di pena, e da qualche anno tornata a piede libero.Ora la novità: dopo quindici anni la famiglia sarà risarcita per l’enorme perdita: 760mila euro. A pagare lo Stato.

La giovane venne uccisa con un colpo di ombrello in metropolitana da una giovane romena: l’imputata è stata considerata incapace di assolvere alla somma e per questo pagherà lo Stato

A versarli però non sarà la giovane dell’ombrello, ma lo Stato italiano. Un provvedimento che può scattare in caso di impossibilità del condannato di assolvere al pagamento della somma prestabilita.

Era stato il tribunale di Perugia nel 2014 a quantificare l’indennizzo ai familiari di Vanessa, stabilendo contestualmente che Doina non potesse pagare, perché nullatenente. A quel punto i Russo presentarono ricorso al Tribunale di Roma citando direttamente lo Stato italiano: e ora proprio lo Stato pagherà quel risarcimento.

“Doina ha scontato la sua pena, non voglio più parlare di questo caso”, dice l’avvocato Carlo Testa Piccolomini, “E comunque da sette anni nessuno ci ha più sollecitato sul caso. Doina, si porta sempre il peso di quanto accaduto, ora basta”.

Il caso ha suscitato a ondate grande clamore: sia al momento della tragedia, sia quando per Doina si sono aperte le porte del carcere “troppo presto” secondo la famiglia Russo.

Vanessa Russo era morta per sfondamento della calotta cranica’: dopo un banale diverbio – pare una spinta nel via vai della metro – Doina la colpì con la punta di un ombrello.

La Matei, cercò di allontanarsi, ma venne a stretto giro rintracciata e arrestata e poi condannata per omicidio preterintenzionale aggravato. Una volta scarcerata aveva cominciato a lavorare come cameriera.

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