Roma: anonimato al cimitero per i feti delle donne che hanno vissuto l’aborto

Roma, privacy anche al cimitero per le donne che hanno abortito: al posto del nome del feto sul cippo ci sarà un codice alfanumerico 

Roma: per riconoscere alla donne che hanno vissuto un aborto il diritto all’anonimato e alla scelta per l’inumazione o la cremazione dei bimbi nati morti, nella totale riservatezza dei dati, la Giunta Capitolina ha approvato oggi, la proposta di modifica di due articoli del Regolamento di Polizia Cimiteriale. Ecco cosa comporterà.

Roma, privacy anche al cimitero per le donne che hanno abortito: al posto del nome del feto sul cippo ci sarà un codice alfanumerico

Approvata oggi la delibera di Giunta che va a modificare il regolamento cimiteriale in tema di diritto alla riservatezza delle donne che avendo vissuto un aborto, possono oggi nel più totale riserbo, mantenere la privacy sui dati e il diritto di scegliere tra l’inumazione o la cremazione del piccolo defunto.

Sono interventi che riguardano gli articoli 4 e 28 del Regolamento e che arrivano dopo il caso del cimitero Flaminio che due anni fa vide alcune donne scoprire per caso il loro nome su sepolture di cui non erano a conoscenza.

Ora dal Campidoglio arriva questa importante modifica, che garantirà anche nel caso della sepoltura del feto, l’anonimato sul cippo funerario, dove verrà solo riportato un codice alfanumerico associato al numero di protocollo della richiesta.

Tutti i protocolli di richiesta andranno a far parte di un elenco, che verranno custodito nei cimiteri, e il cui accesso sarà consentito solo alla genitrice e altri aventi diritto. In caso di richiesta non espressa potrà intervenire anche la Asl ma in questo caso il codice alfanumerico sarà associato al protocollo dell’azienda sanitaria. Solo nel caso di decesso della genitrice infine, i diritti passeranno ai parenti, come previsto dalla legge.

Con l’introduzione del codice alfanumerico e del registro anonimo all’interno del Cimitero, l’auspicio è che non si ripeta quanto accaduto nel 2020 nel cimitero romano del Flaminio, e che si prenda atto, anche se a partire da un evento difficile e drammatico come un aborto e l’inumazione o la sepoltura di un feto, di quanto sia necessario operare sempre più verso un cambiamento nella direzione dei diritti e della vicinanza di chi soffre, in una città come Roma in continua evoluzione ma che non deve perdere di vista questi valori.

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