Sì ai poteri speciali per Roma Capitale: più autonomia ai municipi?

La Commissione Affari costituzionali della Camera ha votato all'unanimità l'adozione del testo base della riforma costituzionale

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Roma Capitale potrebbe avere presto i poteri speciali di una Regione. La Commissione Affari costituzionali della Camera ha votato all’unanimità l’adozione del testo base della riforma costituzionale predisposto dai relatori Annagrazia Calabria (Fi) e Stefano Ceccanti (Pd) sulla base di quattro proposte di legge.

Poteri speciali per Roma Capitale: cosa prevede il testo

Il testo prevede che all’articolo 114 della Costituzione (quello in cui si stabilisce che “Roma è la capitale della Repubblica. La legge dello Stato disciplina il suo ordinamento”) sia aggiunto un comma, in cui si afferma: “Roma Capitale dispone di poteri legislativi definiti nelle materie di cui all’articolo 117, terzo e quarto comma”; queste materie sono quelle di competenza esclusiva delle Regioni e quelle di competenza concorrente tra Stato e Regioni. Il testo base esclude però dai poteri legislativi di Roma Capitale “la tutela della salute e le altre materie stabilite d’intesa con la Regione Lazio e lo Stato, secondo legge dello Stato approvata dalle Camere a maggioranza assoluta dei componenti”.

Il secondo comma del primo articolo stabilisce il periodo il periodo transitorio dell’applicazione delle nuove norme: “In sede di prima attuazione della presente legge costituzionale, a Roma Capitale si applicano le leggi della Regione Lazio vigenti prima della data di entrata in vigore della medesima legge costituzionale”.

L’articolo 2 stabilisce al primo comma che “il trasferimento dei poteri legislativi” a Roma Capitale “decorre dopo due anni dall’entrata in vigore della presente legge costituzionale”

Roma Capitale – precisa poi il testo – può conferire con legge le proprie funzioni amministrative a municipi. La legge dello Stato, sentiti gli enti interessati, stabilisce forme di coordinamento tra la Regione Lazio e Roma Capitale”.

L’iter procedurale per l’acquisizione dei poteri speciali prevede ora l’esame degli emendamenti e l’invio al Parlamento per il voto che, trattandosi di una modifica costituzionale, avrà bisogno di una maggioranza qualificata.

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