Tre vigili urbani e un geometra loro amico condannati. Si è chiuso, oggi, a piazzale Clodio, a dieci anni dalle prime denunce, il processo su un giro di mazzette per decine di migliaia di euro che avrebbero chiesto un gruppetto di vigili urbani agli imprenditori del vino di Trastevere, i fratelli Paolo e Silvio Bernabei, ma anche ai proprietari di un appartamento di via Natale del Grande minacciati di controlli e sanzioni se non avessero accettato di pagare.
I tre vigili avrebbero taglieggiato due imprenditori e una coppia di Trastevere: condanne fino a 4 anni e 8 mesi e maxi risarcimento per le vittime
La sentenza oggi 15 aprile, alla 49esima udienza dibattimentale. La II sezione penale del tribunale di Roma, presieduta dal giudice Anna Maria Pazienza, ha condannato con l’accusa di concussione tre vigili della Polizia Locale del I Gruppo Centro Storico e un geometra che collaborava coi caschi bianchi a pene dai 3 anni e 3 mesi ai 4 anni e 8 mesi.
La pena più alta – 4 anni e 8 mesi – è stata riservata proprio a uno dei vigili D. V., 62 anni, accusato di aver chiesto bustarelle sia ai Bernabei che alla coppia che avrebbe dovuto ristrutturare casa. E’ di tre anni, invece, la condanna per il geometra che sarebbe stato coinvolto nei due affari proprio da quest’ultimo vigile.
Dovranno sborsare ora oltre 100mila euro
Un quarto vigile è stato assolto, così, come chiesto dall’accusa.
Ora chi ha subito la condanna dovrà risarcire le parti civili sborsando decine di migliaia di euro. Cento mila è la somma complessiva fissata per il ristoro degli imprenditori Bernabei e trenta mila quella per la coppia di Trastevere.
Le accuse
Secondo l’accusa per avere un parere sull’intervento di ristrutturazione degli uffici i due imprenditori di Trastevere si sarebbero rivolti a un geometra presentato dai vigili sentendosi rispondere – come riporta il capo di imputazione – che ci sarebbe stata la necessità di “adeguarsi ad una prassi che prevedeva il pagamento ai vigili di somme di denaro extra”.
In caso contrario dall’ufficio edilizia sarebbero potuti partire ripetuti controlli. Nel maggio del 2010 così Paolo Berbabei si sarebbe deciso a pagare 30.000 euro che si andavano a sommare ai 9.600 già elargiti al geometra. Per l’accusa, accolta dal collegio giudicante, il vigile avrebbe agito “per estorcere denaro”.
Il pm Laura Condemi, titolare dell’indagine, contestava anche un altro episodio di concussione ai danni di una coppia che doveva ristrutturare un appartamento a Trastevere, e che nel procedimento è stata assistita come parte civile dall’avvocato Donatella Amiccucci. In questo caso il vigile al centro dell’inchiesta avrebbe chiesto 12mila euro necessari per sbrigare la pratica di dissequestro dell’appartamento. In questo caso i fatti risalgono addirittura a due anni prima, al novembre 2008.
I vigili e il geometra certi di poter provare la loro innocenza avevano, infatti, avevano rinunciato ai benefici della prescrizione. La condanna d’altra parte è di primo piano e sarà sicuramente impugnata in appello. Non può quindi considerarsi definitiva se non sancita dalla Cassazione.
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