I due mariti padroni sottoponevano le ex compagne gli stessi soprusi: umiliazioni e botte. Uno è finito in carcere, uno è stato allontanato da casa e costretto al braccialetto elettronico
Perseguitavano le compagne, arrestati per maltrattamenti in famiglia due mariti padroni. Due famiglie diverse, due storie e due città distinte, Guidonia e Fonte Nuova, stesso epilogo: due quarantenni italiani sono stati arrestati dalla Polizia per aver maltrattato per mesi le loro compagne, anche davanti ai figli ancora bambini, persecuzioni che si sono protratte anche dopo la rottura definitiva del rapporto.
G.S., 44 anni, di Guidonia ora avrà più obblighi da rispettare: gli è stato applicato il braccialetto elettronico e per lui l’autorità giudiziaria ha previsto anche l’allontanamento dalla casa familiare con prescrizione aggiuntiva del divieto di avvicinamento alla moglie. Alla donna, invece, è stato affidato un dispositivo che suonerà nel caso l’ex compagno violi l’ordine di restare lontano da lei.
Per un cameriere di 38 anni, residente a Fonte Nuova, pure lui accusato di maltrattamenti, ma anche di violenza sessuale e lesioni nei confronti della sua ex convivente, si sono aperte direttamente le porte del carcere. Alla base della misura cautelare in carcere “l’evidente manifestazione di una indole malvagia …. che trovava appagamento nella sottomissione e nell’umiliazione della compagna“.
L’uomo per picchiare la moglie si infilava all’occorrenza le scarpe anti infortunistiche, la infilzava con gli ombrelli, usava spranghe, e quando le ferite erano troppo evidenti le suturava da solo. In una sola occasione l’ha accompagnata in ospedale imponendo la sua presenza con la scusa che la donna soffriva di epilessia: l’uomo per l’occasione ha raccontato ai sanitari che la donna era stata scippata.
La vittima, assistita dall’avvocato Simona Fioravanti, alla fine ha avuto il coraggio prima di allontanarsi e poi di denunciare. Ha avuto paura di morire. Anche perché il compagno le ricordava quasi tutti giorni che prima o poi dalla casa sarebbe “uscita in orizzontale”, ossia in una bara.
A indagare sui due episodi gli agenti del pool antiviolenza del Commissariato di Tivoli coordinati dal sostituto commissario Davide Sinibaldi e dalla dirigente Paola Pentassuglia coordinati dal procuratore capo di Tivoli Francesco Menditto.
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