La pistola è stata segnalata da un anonimo al centralino delle forze di polizia: i carabinieri in seguito a una attenta perquisizione hanno recuperato l'arma nascosta in bagno
Recuperata una pistola all’interno della sede nazionale dell’Unione sindacale di base in via dell’Aeroporto, al Quadraro. La pistola era stata nascosta dentro lo sciacquone del water. A segnalare l’arma nell’ufficio del sindacato una telefonata anonima al Nue, il centralino del numero di emergenza unico. “Cercate, dentro l’ufficio c’è una pistola”, ha segnalato nella mattinata di oggi, 6 aprile, una voce anonima.
L’improvvisa perquisizione dei carabinieri ha messo in allarme i dipendenti che hanno subito rilanciato una nota e chiesto l’assistenza di un legale.
Nella nota lanciata sul proprio sito web i sindacalisti scrivevano: “L’Unione Sindacale di Base denuncia con forza l’inaudita irruzione dei carabinieri nella sede nazionale del sindacato, in via dell’Aeroporto a Roma. I militari pretendono di effettuare una perquisizione alla ricerca di armi, in seguito a una segnalazione telefonica”.
“Un pretesto – specificavano – evidentemente e totalmente risibile per lanciare un messaggio al sindacato che in questo momento dà evidentemente fastidio ai palazzi del potere. USB ha immediatamente attivato i propri avvocati e lancia un appello alla solidarietà contro la provocazione messa in atto. Non ci fermeranno. Unione Sindacale di Base”.
Una volta arrivato il legale la perquisizione è partita. Uno dei militari ha ritrovato l’arma nella cassetta del bagno. Ovviamente non si conosce chi l’abbia abbandonata lì e nemmeno da quanto tempo. I lavoratori sono rimasti molto turbati dal ritrovamento.
Ora sono in corso degli accertamenti sulla pistola. Dalle prime indiscrezioni sembra sia risultata rubata durante un furto in abitazione.
In serata il sindacato ha rilanciato un secondo comunicato. Lo riportiamo integralmente.
“Una denuncia telefonica, una perquisizione a colpo sicuro, una pistola che salta fuori dallo scarico di un water. È la sintesi dell’operazione da film dei carabinieri andata in scena questa mattina contro l’Unione Sindacale di Base.
Poco prima delle 11 i militari si presentano nella sede nazionale di USB, in via dell’Aeroporto 129 a Roma, pretendendo di operare un’ispezione alla ricerca di armi, segnalate telefonicamente da un anonimo al mattino presto.
I dirigenti USB attivano lo staff legale del sindacato e i parlamentari di ManifestA. Si chiede ai militari presenti, che invocano la procedibilità senza mandato in forza dell’articolo 4 della legge 152/1975, un provvedimento scritto dell’autorità giudiziaria.
Le forze dell’ordine vanno a colpo sicuro. L’anonimo segnalatore ha indicato dove trovare “le armi”: lo scarico di un water, “quello” scarico di “quel” water nei bagni riservati al pubblico maschile. Salta così fuori una pistola malamente avvolta nel cellophane e immersa nell’acqua, depositata lì da mani premurose.
USB denuncia la chiara ed evidente macchinazione contro un sindacato conflittuale, una messa in scena che fa comodo a molti, troppi. I locali di via dell’Aeroporto sono quotidianamente aperti al pubblico, come tutte le sedi USB. Di certo l’ultimo posto in cui nascondere qualcosa, figurarsi delle armi. Di certo il primo posto in cui tentare il colpo di mano per screditare un’intera organizzazione e le moltitudini di lavoratori, di disoccupati, di precari, di senza casa che la supportano.
Le uniche armi che USB usa sono gli scioperi, le rivendicazioni, le manifestazioni, le lotte. Le pistole le lasciamo a chi le ama, a cominciare dalla compatta maggioranza che alimenta la guerra in Ucraina”. Sull’ “incredibile vicenda” – si specifica ancora – è stata annunciata una conferenza stampa.
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