Litorale Sud

Omicidio Vannini, bugie per screditare le indagini: a processo due falsi testimoni

Bugie sul caso dell'omicidio di Marco Vannini, due indagati a processo con l'accusa di falsa testimonianza 

Per il caso di Marco Vannini ora arrivano in aula gli scenari di veleni e depistaggio. La procura di Civitavecchia ha infatti ottenuto il processo con l’accusa di falsa testimonianza al pm per due testimoni ritenuti falsi che a quattro anni dall’omicidio, chiamarono in causa il comandante della caserma dei carabinieri di Ladispoli per presunti aiuti forniti al collega Antonio Ciontoli sulla “gestione” della morte del fidanzato di sua figlia”.

Bugie sul caso dell’omicidio di Marco Vannini, due indagati a processo con l’accusa di falsa testimonianza

Un imputato in particolare, amico del comandante dei carabinieri e artigiano di mestiere, davanti alle telecamere di un programma tv aveva rivelato la presunta confidenza fattagli dal maresciallo (che a sua volta l’avrebbe ricevuta da Ciontoli) sul fatto che ad esplodere il colpo di pistola fatale verso Vannini fosse stato il figlio dello stesso Ciontoli, Federico.

Lo stesso avrebbe consigliato a Ciontoli di prendersi la responsabilità dello sparo “perché sei nei servizi segreti e te la caverai”, e questo dopo aver avuto un colloquio con lui prima che venissero chiamati i carabinieri, quasi ad elaborare una strategia per provare a non finire nei guai. Una tesi, questa, – come ricostruisce il Corriere della Sera – confermata dall’altro imputato un ex finanziere, ora in pensione. E ritenute entrambi non veritiere dai magistrati.

Le indagini screditate

Ora via via emergono anche altri tentativi di screditamento dell’indagine sul caso Vannini che hanno portato finora – solo per i due falsi testimoni citati – a 3 rinvii a giudizio e una condanna.
Una vicenda che assieme ad altri dettagli rivelati dai presunti “super testimoni” portò anche a un provvedimento disciplinare a carico della pm incaricata dell’inchiesta, poi prosciolta.

Per un ulteriore capitolo di depistaggi o bugie che hanno infangato l’allora comandante dei carabinieri uno degli imputati è stato rinviato a giudizio per calunnia e diffamazione, mentre l’altro è stato condannati in abbreviato a un anno e quattro mesi per calunnia e false informazioni al pm. Si voleva lasciar intendere che il maresciallo avesse in qualche modo favorito Ciontoli finito indagato anche per l’estorsione a una prostituta.

Le condanne definitive

Marco Vannini era stato ferito il 15 maggio 2015 mentre era a casa dei Ciontoli con la fidanzata Martina. Morì dissanguato in ospedale a causa dei ritardi con cui furono chiamati i soccorsi. Dopo un complesso iter processuale, la Cassazione a maggio ha condannato a 14 anni di carcere Antonio Ciontoli e a 9 i suoi figli Federico e Martina oltre che la moglie Maria Pezzillo. Ora la procura sta affrontando i tentativi di avvelenamento delle indagini portando a processo i responsabili.

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