L'avvocato da mesi si batte contro clochard, pusher e perditempo che si ritrovano sotto al suo studio. Ora si ribellano pure gli abitanti, vedi il video inviato a Canaledieci.it
C’è chi semplicemente bivacca, ma dalla mattina alla sera c’è pure chi si droga, chi fa a botte oppure gestisce i traffici della piazza. Il tutto sui quattro scalini d’accesso del suo studio penale. E’ diventata una battaglia per la civiltà quella imbracciata al Pigneto da un noto avvocato romano Giovanni Ferrari, accerchiato da piccoli accampamenti di perditempo e malintenzionati spesso anche ubriachi e drogati.
Al suo grido di voglia di normalità si accompagna ora anche quello degli abitanti del quartiere costretti (vedi il video fatto recapitare da un pensionato alla nostra redazione) a convivere con scene di violenza e a tutelarsi con sistemi di videosorveglianza.
Il risultato: “Sono stato aggredito più volte, minacciato a colpi di macete e qualche giorno fa mi hanno anche spaccato la targa dello studio”. “Non solo l’avvocato contro i pusher”, avverte, “Non è così. Voglio solo riprendermi i miei spazi. Le pare possibile dover fare lo slalom in mezzo a queste persone per raggiungere la porta del mio studio? Lo studio me lo stanno violentando: fanno pipì, escrementi, si drogano, si menano”.
Ad attrarre quel flusso di disperati e alcuni anche mascalzoni gli scalini d’ingresso alla studio penale, in via Ascoli Piceno. “Sono gli unici del tratto e li usano come poltrone, come punto di avvistamento. Sarà perché sono alti. Non c’è modo per allontanarli…“.
Così l’avvocato si è ritrovato anche una sorta di macete appoggiato vicino all’ingresso, magari nemmeno destinato a lui, ma comunque preoccupante.
Intanto anche a studio chiuso i bivacchi e le aggressioni alimentano spesso le lunghe notti del Pigneto. Alcuni abitanti della via sono stati costretti a munirsi di sistema di videosorveglianza e di antifurti per sentirsi più tranquilli.
Alla redazione di Canaledieci è stato fatto recapitare questo video. Una lite per pochi soldi, per droga spiega l’ambiente in cui sono costretti a convivere sbandati, famiglie, commercianti e professionisti.
“Per me è stata una esigenza denunciare, non c’era altro modo per evitare il via vai di sbandati e le loro prepotenze”, spiega l’avvocato Giovanni Ferrari. “Ma le denunce sono cosa recente”, chiarisce, “Ho cominciato con le buone, con un lungo dialogo. Del tipo: “Ragazzi per favore, qui c’è uno studio legale. Spostatevi altrove. Devo lavorare, ricevere clienti. Basta con l’olezzo di hashish, le botte, le pipì fatte qua e là. Ma niente, loro hanno continuato. Così qualche giorno fa mi sono ritrovato anche la targa spaccata”.
La prima denuncia dell’avvocato del Pigneto risale al 17 febbraio: “Mi avevano tirato una cipolla in faccia” racconta. “Il 19 marzo, giorno della festa del papà mi hanno aggredito di nuovo. Ero con la mia famiglia e avevo accompagnato mio padre a vedere studio. Li ho trovati lì a bivaccare come al solito. Gli ho chiesto di andarsene, di lasciarci in pace, ma erano molto ubriachi, mi hanno aggredito e minacciato di morte. E pensare che in passato aveva anche aiutato alcuni procurandogli abiti e qualcosa da mangiare”.
“Io faccio volontariato per i clochard, assisto per lavoro i pusher”, ci tiene a chiarire l’avvocato Ferraro, “non ce l’ho con loro, specificatelo. Ce l’ho chi commette reati e prepotenze in quel pezzetto, con chi mi aggredisce e non si sposta”.
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