Il settore, uno dei più penalizzati dalla pandemia, fatica a riprendersi nonostante la fine delle restrizioni
La pandemia ha colpito duramente i teatri già di per sé perennemente in crisi, soprattutto in Italia. Nonostante la fine delle restrizioni, il comparto fatica a ripartire.
Nonostante la fine delle restrizioni e il ritorno della capienza al cento per cento, il settore teatrale nell‘era post-covid fatica a riprendersi.
I motivi sono i più disparati: un po’ perché la pandemia ci ha abituato a stare a casa, un po’ perché ormai la fanno da padrona le piattaforme a pagamento, un po’ per la paura dei contagi, che sembrano, peraltro in ripresa, un po’ perché il comparto è in crisi da tempo.
«Stiamo faticando a riprenderci perché c’è stata una seconda ondata di covid – commenta Antonia Di Francesco, direttrice Artistica del Teatro Pegaso – questo ha minato un po’ il settore. Stiamo faticando, credo abbia giocato molto la paura. Ora poi c’è la Guerra. Sta soffrendo un settore che già prima era già in sofferenza, anche prima era faticoso portare le persone a teatro.»
«Il covid ha cambiato un pochino gli usi e i costumi degli italiani – aggiunge l’attore Daniele Antolini – ci ha portato a una chiusura e questo vale per tutti i settori. Dobbiamo riabituarci a muoverci.»
«È stata una mazzata in più rispetto a quello che già normalmente era il teatro – concludeil regista e attore Pietro De Silva – la formula per uscirne non esiste, non c’è la bacchetta magica. Speriamo bene per la prossima stagione.»
Il servizio è di Gabriella Tesoro.
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