Gli atleti giallorossi e biancoazzurri di nessun contributo contro la Macedonia del Nord: la Nazionale fallisce l’accesso al Mondiale per la seconda volta consecutiva
Il peggiore degli incubi ha preso forma nella notte di Palermo: l’Italia è fuori dal Mondiale per la seconda volta consecutiva. Non era mai accaduto nella nostra storia. Gli Azzurri di Roberto Mancini dominano la Macedonia del Nord senza riuscire a trovare il gol: troppi gli errori sotto porta. Nel recupero il diagonale di Trajkovski fa calare il sipario riportando il calcio italiano sul baratro. Otto mesi dopo i festeggiamenti dell’Europeo vinto in Inghilterra, arriva quella che è forse la giornata sportiva più nera nella storia della Nazionale azzurra.
L’ultima partita di un Mondiale giocata dall’Italia risale al 24 giugno 2014 nella sfida, persa, contro l’Uruguay. Sono passati 2831 giorni. Per trovare invece l’ultima partita di una fase a eliminazione diretta giocata dagli Azzurri dobbiamo tornare al 9 luglio del 2006. Una data scolpita nella memoria di tutti: la finale, a Berlino, contro la Francia. La partita che ci consegnò la Coppa più importante. Sono passati 5738 giorni. Numeri e conteggi destinati inevitabilmente ad aumentare, almeno fino al 2026 quando ci sarà una nuova edizione della Coppa del Mondo. Una maledizione.
La squadra vista contro la Macedonia del Nord è sembrata spenta, scarica e assolutamente poco cattiva. L’ormai classica versione post-Europeo degli Azzurri. Il rilassamento mentale e il crollo fisiologico che hanno fatto seguito alla vittoria di Wembley, si sono accompagnati alle scelte discutibili di Roberto Mancini in termini di convocazioni e schieramenti. Da imputare al CT: la reiterata riproposizione del gruppo di otto mesi fa nonostante lo scadimento di forma di molti protagonisti, la decisione di insistere con certi giocatori che non hanno mai trovato il feeling con la maglia azzurra e il poco coraggio nel puntare sui giovani in rampa di lancio. Fattore, quest’ultimo, paradossale considerando l’approccio opposto avuto da Mancini all’inizio del suo percorso come selezionatore. Le ultime due partite dell’Europeo sono state vinte ai rigori contro Spagna e Inghilterra, poi, nelle successive otto sono arrivate solamente due vittorie, a fronte di altrettante sconfitte e ben quattro pareggi. Stop che hanno compromesso il percorso di qualificazione ai Mondiali di Qatar 2022, costringendo gli Azzurri al playoff nefasto contro la Macedonia del Nord.
Nella notte di Palermo agli Azzurri non sono bastati i 32 tiri complessivi contro i 4 dei macedoni, i 16 corner a 0, né tantomeno il 63% di possesso palla. La manovra è stata lenta, sterile e prevedibile, ma soprattutto è mancata la precisione. Dal primo minuto di gioco è partito il duello personale di Immobile contro la difesa: dei sette tiri complessivi tentati dall’attaccante della Lazio sei sono stati ribattuti dagli avversari. La densità al centro ha creato più spazio sulle fasce ma Berardi non è mai riuscito a trovare la via della rete: pesano molto un paio di errori da matita rossa. Per restare tra i calciatori di Roma e Lazio, il giallorosso Mancini ha giocato con generosità ma con altrettanto disordine, sprecando di testa un paio di occasioni favorevoli. Pellegrini, entrato nella ripresa, è parso disorientato e fuori ruolo.
Nella ripresa Mancini prova prima la carta Raspadori e poi Joao Pedro ma il risultato non cambia. Peccato per Zaniolo e Belotti spediti in tribuna per scelta tecnica. Quando il match sembra ormai destinato ai supplementari, il destro chirurgico di Trajkovski trafigge Donnarumma lasciando sgomenti tutti gli azzurri: calciatori e tifosi. Sipario.
Michele Gioia