Il finto radiologo è stato condannato a piazzale Clodio per violenza sessuale e pornografia minorile: faceva denudare le vittime e le filmava a loro insaputa
Col camice bianco si fingeva radiologo per far spogliare e all’occorrenza palpeggiare pazienti, meglio se giovanissime, da Sabaudia a Latina che dovevano sottoporsi a esame in una struttura pubblica della Asl.
Ieri, 23 marzo, per il finto radiologo di 58 anni – in realtà solo un tecnico di radiologia – a piazzale Clodio è arrivata la condanna a 4 anni e 2 mesi di carcere e l’interdizione perpetua con qualsiasi incarico che abbia attinenza coi minori. Le accuse: violenza sessuale, esercizio abusivo della professione e pornografia minorile, reato quest’ultimo che ha fatto ricadere la competenza territoriale su Roma.
Il pm Eleonora Fini aveva chiesto una condanna a 7 anni e 6 mesi in abbreviato, partendo da una pena base di 11, ma il giudice ha riconosciuto le attenuanti generiche per l’incensuratezza dell’imputato, da un anno ai domiciliari, pronunciando la condanna a 4 anni e 2 mesi.
A far scoppiare il caso una diciassettenne di Latina. Il finto radiologo con la scusa di fare una radiografia perfetta alla spalla dolorante della minorenne le ha fatto togliere prima il reggiseno e poi gli slip. Dopodiché non soddisfatto ha infilato qualcosa nelle parti più intime della ragazza, a suo dire, per proteggerne le ovaie. La minorenne sempre più scossa guardandosi attorno ha notato un telefonino piazzato su un armadio e ben incastrato tra due rotoloni di carta. E allora ha capito.
Concluso l’esame si è sfogata in lacrime con la madre, nel frattempo spedita dal “medico” a chiedere dei chiarimenti alle casse. Mamma e figlia hanno subito denunciato il caso. Gli investigatori hanno così potuto subito sequestrare il telefonino dove sono stati trovati i video di decine di donne molestate, spesso giovani, che a loro volta hanno poi denunciato.
Ad assistere la diciassettenne nel procedimento penale come parte offesa, l’avvocato Maria Belli. Il tecnico radiologo era già stato sospeso dal servizio, ora la condanna di primo grado.
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