Gli studenti avevano preso di mira un compagno di classe fin dai primi giorni di scuola, ora è scattato l'ammonimento per cyberbullismo
Avevano preso di mira un compagno di classe fin dai primi giorni di scuola, alcuni ragazzi di 14 e 15 anni che frequentano il primo anno di una scuola superiore della capitale.
Per i tre giovani è scattato l’ammonimento per cyberbullismo firmato dal Questore di Roma.
La richiesta di emissione della misura di prevenzione è stata presentata presso il Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni Lazio e poi trasmessa alla Divisione Polizia Anticrimine dal padre della vittima, preoccupato per lo stato di profondo sconforto in cui era caduto il figlio a causa dei comportamenti vessatori di alcuni suoi compagni.
Fin da subito i tre “bulli” avevano iniziato a prendere in giro Federico, il nome è di fantasia, a danneggiare il suo materiale scolastico, a spintonarlo, a minacciarlo, fino ad arrivare, in una occasione, ad accerchiarlo per permettere ad uno di loro di sferrargli un pugno allo stomaco.
Hanno poi postato nella chat di classe messaggi con commenti offensivi e denigratori nei suoi riguardi e persino minacce di aggressioni fisiche, incuranti delle sue richieste di smetterla e di trattarlo con maggior rispetto.
La giovane vittima, a causa del profondo stato di stress ed ansia che tale situazione gli aveva creato, aveva smesso di frequentare la scuola, tanto che i genitori, messi finalmente al corrente di quello che stava accadendo, sono stati costretti a trasferirlo in un altro istituto scolastico.
La Divisione Anticrimine, ha valutato la documentazione e per i tre ragazzi è scattato l’ammonimento per cyberbullismo, un provvedimento introdotto dal legislatore come strumento di dissuasione e recupero dei ‘cyberbulli’: se le angherie dovessero continuare i tre giovani verranno denunciati alla Procura dei Minori.
Convocati negli uffici del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni Lazio, è stato loro spiegato la gravità della condotta e sono stati invitati a cancellare riproduzioni e commenti dal proprio telefonino e da qualsiasi altra memoria o archivio, relativi al minore, nonché dai social network, e a non pubblicare, con mezzi telematici, nulla che riguardi il compagno senza il suo espresso consenso.
I tre ragazzi hanno accettato di seguire il percorso volontario e gratuito a cura dell’equipe multidisciplinare (criminologi, avvocati, psicoterapeuti, educatori e mediatori) che opera nell’ambito del CIPM Lazio, con il quale il Questore di Roma a luglio dello scorso anno aveva stipulato un Protocollo d’Intesa denominato “ZEUS”.
Lo stesso – riporta una nota della Questura – costituisce un modello d’azione innovativo ed efficace, che amplia l’efficacia dello strumento di natura amministrativa dell’Ammonimento del Questore, in quanto offre all’ammonito un ciclo di colloqui per poter riflettere e ricostruire, sul piano emotivo e cognitivo, le vicende che lo hanno portato a porre in essere le condotte violente e quindi mira a favorire la consapevolezza del disvalore sociale, della lesività dei comportamenti prevaricatori, cercando di prevenirne la reiterazione.
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