Per l’ex sindaca di Sabaudia arresti domiciliari confermati, ma con le accuse più gravi decadute. Si sgonfia l’operazione Dune che il 21 febbraio ha scosso la giunta comunale di Sabaudia portando all’arresto di 16 persone tra cui proprio la prima cittadina, Giada Gervasi, per un presunto giro di corruzioni e di turbative d’asta che sarebbe ruotato in particolare intorno alle concessioni demaniali e alla gestione degli appalti per i mondiali di canottaggio.
Il tribunale del riesame ha confermato i domiciliari per la sindaca Giada Gervasi facendo cadere però l’accusa di corruzione e per una turbativa d’asta
Ora le prime novità giudiziarie arrivano dal tribunale del Riesame. I giudici della libertà infatti hanno confermato gli arresti domiciliari per l’ex prima cittadina – si è dimessa infatti subito dopo l’arresto – ma facendo cadere nel contempo le accuse più gravi ossia la corruzione, cuore dell’inchiesta, e una turbativa d’asta.
L’avvocato Giovanni Lauretti, che assiste la Gervasi, si è dichiarato moderatamente soddisfatto: “I giudici del Riesame hanno fatto cadere l’accusa più grave. Nel prosieguo del procedimento siamo convinti di poter chiarire tutte le contestazioni“.
Stesso esito per l’ex consigliere comunale Sandro Dapit, con una parte dell’ordinanza annullata – tre capi su sei tra cui un episodio di corruzione e due turbative – pur restando la misura dei domiciliari.
Ordinanza annullata per l’ex direttore del Parco Cassola
E’ stato rimesso direttamente in libertà, invece, l’ex direttore del Parco nazionale del Circeo Paolo Cassola: per lui l’ordinanza è stata annullata.
Parzialmente accolto anche il ricorso dei legali dell’appuntato forestale Angelo Mazzeo, che ha ottenuto la revoca dei domiciliari, sostituiti con il doppio divieto di dimora a Sabaudia e San Felice Circeo.
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