Il Tribunale di Roma ha sentenziato che a “La Casetta” non sono stati commessi abusi edilizi ma il Municipio riconsegnerà l’impianto solo dopo la “demolizione degli illeciti”
Oggetto di una sentenza del Tribunale di Roma che sconfessa l’amministrazione locale, vittima di malamministrazione e distrutto dai vandali, lo stabilimento balneare “La Casetta” torna a essere protagonista di ingarbugliate vicende burocratiche. Il X Municipio, infatti, è pronto con le ruspe a demolire gli abusi edilizi che il Tribunale, con una sentenza contro la quale il Campidoglio non ha fatto neanche ricorso, ha stabilito di non esserci.
E’ il paradossale contenuto di una convocazione decisa dall’Ufficio Tecnico del X Municipio per martedì prossimo, 15 marzo, e destinata alla Capitaneria di Porto, alla Polizia locale, all’Agenzia del Demanio e all’ex concessionario. Nella nota, firmata dalla Direzione del X Municipio, si ingiunge ai destinatari di presentarsi alle ore 9,30 per “portare in esecuzione la DD 1464 del 11 luglio 2018 di demolizione d’ufficio degli illeciti edilizi riscontrati nella stessa”.
E si specifica che la convocazione davanti ai cancelli dello stabilimento “La Casetta”, in lungomare Amerigo Vespucci 68, è necessaria “al fine di porre in essere l’azione esecutiva volta a riottenere il legittimo possesso del bene di interesse, per la verifica dello stato dei luoghi”.
Insomma, si prefigura, addirittura, la possibilità che gli amministratori del X Municipio possano presentarsi sul posto con ruspe e picconi per radere al suolo “gli illeciti edilizi”.
Peccato che nel frattempo, dalla dd di demolizione del luglio di quattro anni fa a oggi, c’è stata una sentenza del Tribunale di Roma a stabilire che nessun abuso è stato commesso a “La Casetta” (leggi qui). Con sentenza del 2 ottobre 2019, infatti, firmata dal giudice Roberta di Gioia della IV Sezione Penale, riguardo all’accusa di abusi edilizi l’ex concessionario è stato assolto con formula piena perchè “il fatto non sussiste”. Verso quella sentenza il Campidoglio non ha fatto neanche ricorso, ritenendola evidentemente corretta.
Il sequestro era stato disposto dal gip Alessandra Boffi il 20 maggio 2016 sulla scorta della relazione presentata dalla Polizia locale di Roma Capitale. In base a quelle accuse il X Municipio non aveva rinnovato la concessione dello stabilimento balneare determinandone, di fatto, l’abbandono e la distruzione da parte dei vandali (leggi qui), diventando giaciglio di decine di senza fissa dimora.
Non solo, la nuova convocazione disconosce persino il verbale di riconsegna dell’area al vecchio concessionario (leggi qui), restituzione avvenuta il 21 ottobre 2020. Insomma, siamo di fronte all’ennesimo caso nel quale, all’interno dello stesso ufficio della pubblica amministrazione, la mano destra non sa ciò che fa la mano sinistra.