A Roma crescono i reati di stalking ma non aumentano i femminicidi: una rinnovata fiducia nella giustizia porta le vittime a denunciare di più
Roma: Violenza di genere e stalking, i temi al centro del convegno organizzato al Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma, dalla Cons. Avv. Angelica Addessi, coordinatrice della Commissione consiliare Progetto Donna. I dati emersi, che hanno mostrato un vertiginoso aumento di questi reati, fanno riflettere e danno la misura dell’emergenza di un problema sociale e culturale, contro il quale molto deve essere fatto. I dettagli.
E’ boom di reati di stalking e maltrattamenti a Roma. Con il 60% in più di casi di stalking e il 50% di maltrattamenti e violazione degli obblighi di assistenza, è nella Capitale che si registra una situazione veramente critica e che va risolta non solo per via giudiziaria.
Per discutere e trovare soluzioni su questi numeri che fanno riflettere e che danno la misura dell’emergenza, il 2 marzo scorso nell’Aula Avvocati dell’Ordine romano, si sono riuniti intorno ad un tavolo, organizzato dalla Cons. Avv. Angelica Addessi, coordinatrice della Commissione consiliare Progetto Donna, il Presidente del COA Roma Antonino Galletti e il Dott. Michele Prestipino Giarritta, insieme ad altri esponenti del COA.
Gli ultimi dati a disposizione del Ministero della Giustizia, che sono stati illustrati da Michele Prestipino Giarritta, oltre a mostrare l’incremento esponenziale delle violenze di stalking e maltrattamenti, hanno posto l’accento anche su quello che sembra invece essere un dato positivo, e cioè che nel medesimo periodo analizzato giugno 2020 – luglio 2021, l’unico reato invariato e non aumentato, riguarda i femminicidi.
Un aspetto quest’ultimo, interpretato come un sintomo di una prima timida inversione di tendenza, da associare anche all’unico altro dato positivo, che riguarda l’aumento della denunce delle vittime, che testimonia una rinnovata fiducia nella giustizia. Sull’argomento il Presidente del COA Roma Antonio Galletti, ha aggiunto: “L’aumento così pronunciato di questi reati indica l’esistenza di un problema sociale e culturale contro il quale si è fatto poco e che non si risolve solo per via giudiziaria”.
Quanto illustrato nel corso della tavola rotonda, ha portato a ribadire la necessità di implementare il dialogo tra la categoria forense e la magistratura, sia civile che penale per agevolare una cooperazione a tutti i livelli in opposizione di tali reati. A tal proposito l’Avv. Addessi, ha concluso: “Non si dimentichi, infine, la necessità di procedere nel contempo in ogni iniziativa utile anche per il recupero dei soggetti che si sono resi responsabili dei maltrattamenti”.
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