Quello che sta accadendo nelle nostre acque è aberrante. Il mare è pieno di rifiuti al punto che gli operatori ittici di Ostia pescano più plastica che pesci. Le reti raccolgono mascherine, bottiglie e materiale vario. La barriera installata dalla regione Lazio sul Tevere per quanto sia uno strumento fondamentale, non è sufficiente e serve un impegno maggiore da parte delle istituzioni.
Il mare di Ostia pieno di plastica: le voci dei pescatori
Marco Magni, cooperativa Cavalluccio Marino: “Tre-quattro giorni fa ho preso un mare di immondizia. Tutta plastica che sta sotto il fondale. Qualcuno ributta la plastica in acqua. Io non so dove gettare questa roba. Se la buttassi nei secchioni mi farebbero una multa. Le istituzioni devono indicarci un posto dove gettare la plastica”.
A rimetterci siamo noi e ovviamente gli animali stessi. I pescatori hanno salvato diverse tartarughe rimaste impigliate nella plastica.
Franco Giacomelli, vice pres. Ass. Mare Libero: “La proporzione è una cassetta di pesce, per tre-quattro di plastica. La situazione è preoccupante, qui sta diventando una discarica. L’Ama non può prendere certi rifiuti. Marco quest’estate ha salvato due tartarughe, poi le ha riportate in alto mare e le ha liberate. E’ un esempio di ciò che ci circonda”.
I pescatori di Ostia chiedono un intervento da parte dell’amministrazione affinché siano muniti di raccoglitori appositi dove gettare i rifiuti raccolti in mare, ma anche le reti ormai in disuso. Abbiamo parlato con l’assessora all’Ambiente Valentina Prodon che si è gentilmente messa a loro disposizione per cercare di risolvere il problema.
Il servizio video di Francesca Del Mastro
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