Sanità

Protesi dell’anca in ceramica: attesi anche in Italia i nuovi dispositivi

Protesi all'anca: indagini cliniche su dispositivi con rivestimento in ceramica. Calistri: "In corso test sui pazienti che non trovano una risposta con altri impianti"

Roma: Rivoluzione nel campo delle protesi dell’anca con i dispositivi con rivestimento in ceramica. Ma in Italia non arriveranno prima del 2023. I dettagli.

Protesi dell’anca: indagini cliniche su dispositivi con rivestimento in ceramica. Calistri: “In corso test sui pazienti che non trovano una risposta con altri impianti”

Protesi con rivestimento in ceramica, rappresentano una vera rivoluzione nell’ambito della chirurgia protesica dell’anca soprattutto per i pazienti giovani. Non una novità nel resto del mondo, dove sono state già effettuate 500 operazioni con impianti di protesi ceramica e migliaia di interventi con protesi in polietilene, ma in Italia ancora questi dispositivi non entrano.

Un problema, che per le protesi, così come per tanti altri apparati medici prodotti al di fuori della Comunità Europea, è rappresentato dai controlli molto rigidi della CE per concedere la marcatura, sicuramente in nome di una maggior garanzia, ma a svantaggio della velocizzazione di nuovi interventi per migliorare la qualità della vita dei pazienti.

L’indagine clinica su questi impianti è in fase avanzata: “Sono indagini mirate, portate avanti in centri di riferimento dove è possibile con dei criteri rigidi selezionare dei pazienti che vogliono accedere a questi studi preliminare e testare il sistema della protesi in ceramica nella popolazione a rischio che non trova una risposta con altri impianti – ha spiegato ad Adnkronos Salute Alessandro Calistri, ortopedico e traumatologo specializzato in chirurgia dell’anca e ricercatore del dipartimento di Scienze anatomiche istologiche medico legali e dell’apparato locomotore dell’Università Sapienza di Roma”.

I ritardi dovuti principalmente alla pandemia

Sono tantissimi i pazienti che in attesa di una protesi all’anca sono stati costretti a rimandare l’operazione a causa della pandemia. Una della altre gravi conseguenze che il Covid ha avuto sui pazienti con problematiche ortopediche aggravate dall’immobilità.

Molti pazienti – ha sottolineato Calistrihanno iniziato a sviluppare dei sintomi rispetto ai loro problemi degenerativi. Molti pensano che il movimento possa peggiorare la situazione dell’anca o del ginocchio ma non è così, la migliora“. L’immobilità, frutto anche del Covid, ha comportato in sostanza in questi pazienti  un’accelerazione delle condizioni in chi era patologico ma non sintomatico.

La situazione ad oggi fortunatamente vede un miglioramento dal punto di vista degli accessi ospedalieri. Pertanto chi ha rimandato un intervento oggi può essere operato in in sicurezza. Con la speranza per altro che, quanto prima si possa disporre anche nel nostro paese dei nuovi dispositivi in corso avanzato di sperimentazione.

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