“Stop ai licenziamenti”. A Fiumicino i lavoratori aeroportuali sono scesi in piazza, oggi, 22 febbraio, per protestare contro la giungla dei subappalti e le migliaia di licenziamenti in arrivo. Un sit-in sotto la palazzina Alitalia, poi un corteo indetto dai sindacati Cgil, Cisl, Uil e Ugl per chiedere il rispetto dei diritti contrattuali, che si è diretto verso la sede di ITA.
Aeroportuali in piazza, le voci dei manifestanti contro i licenziamenti
La voce degli aeroportuali: “Noi chiediamo l’applicazione della clausola sociale prevista dal contratto nazionale [il riassorbimento dei lavoratori dell’azienda che perde l’appalto in quella vincitrice, ndr]. Vogliamo il nostro posto di lavoro: da trent’anni operiamo su questo settore e purtroppo la società che ha vinto l’appalto a discapito della SkyFuelling non sta applicando la clausola sociale nei nostri confronti, ma sappiamo che stanno ricercando personale esterno, che viene pagato di meno”.
“Veniamo mandati a casa dopo sei anni che lavoriamo in questo posto di lavoro. Non è giusto per niente, non abbiamo più soldi per mantenere le nostre famiglie e non possiamo andare avanti così”.
“Oggi siamo scesi in piazza perché, a causa dei licenziamenti e dei subappalti al ribasso, ci sono famiglie che hanno subito lo sfratto, altre costrette perfino a chiedere aiuto nelle Chiese e alla Caritas. Questo è impensabile. Ci sono alcune aziende che non rispettano il contratto nazionale di riferimento, una giungla di appalti e subappalti”.
Le voci dei sindacati
Gianluca D’Emilio, Dipartimento regionale Filt Cgil Roma e Lazio: “La clausola sociale non viene rispettata dalle grandi aziende, che quindi si permettono il lusso di voler cambiare appalto soprattutto nelle pulizie di bordo e non rispettare il semplice concetto che dove va il lavoro va il lavoratore”.
Celeste Viscusi, segretario regionale Fit Cisl: “Il trasporto aereo sta ricominciando a crescere, eppure i lavoratori stanno rischiando il posto di lavoro. Qui si gioca al ribasso, con un vero e proprio dumping sociale. Le aziende che ottengono i sub-appalti non riescono a garantire l’occupazione né i salari, né la sicurezza sul lavoro.
La clausola sociale, parte del contratto nazionale, prevede che i lavoratori di un’azienda che perde l’appalto vengano assunti da quella vincitrice. Invece qui si sta giocando al continuo ribasso, comprimendo i costi con un continuo taglio dei salari e il mancato rispetto dei contratti.
Questo è assurdo perché noi più volte abbiamo denunciato questo dumping sociale: non vengono pagati gli assegni familiari, non viene pagata la maternità, si gioca al ribasso sull’appalto non garantendo l’occupazione.
Anche Ita a quanto sembra non rinnoverà il contratto alla ditta delle pulizie di bordo sui velivoli, e circa 300 lavoratori saranno mandati a casa. Ci sono dipendenti addirittura senza stipendio: è assurdo, noi non ci fermeremo qui, continueremo ad andare avanti per far sì che vengano rispettate quattro cose fondamentali: sicurezza, contratto, dignità del lavoratore, salario e occupazione”.
Il video servizio è di Siria Guerrieri
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