Mistero sul corpo trovato nei resti del capannone distrutto dal rogo
Il corpo privo di vita era in un’intercapedine del capannone distrutto dall’incendio: era stato ucciso o non ha fatto in tempo a sfuggire alle fiamme restando soffocato dal fumo? È mistero sulla morte di un cittadino cinese di 52 anni il cadavere del quale è stato scoperto dopo che i vigili del fuoco avevano spento l”incendio al capannone “Dolce cash Carry” di via Vaccheria Gianni 85 (leggi qui).
Parenti, amici e colleghi di lavoro si sono incontrati stamattina, domenica 20 febbraio, davanti al cancello di ciò che resta del capannone. Mazzi di fiori, nenie funebri, la foto del deceduto e tante lacrime per ricordarne la figura.
La comunità cinese collegata alle attività di ingrosso della zona Tor Tre Teste, a ridosso della Prenestina, è attonita e muta riguardo al fatto. Sottovoce si sostiene che la vittima non abbia fatto in tempo a mettersi in salvo dopo l’esplosione dell’incendio. Dagli investigatori non trapelano indiscrezioni non solo sull’origine del rogo ma anche sulle risultanze dell’autopsia.
I resti dell’uomo sono stati ritrovati nella serata di domenica 13 febbraio, durante le operazioni di bonifica quasi 24 ore dopo l’esplosione dell’incendio. Erano nell’intercapedine del capannone commerciale di via Vaccheria Gianni. L’incendio domato dai vigili del fuoco ha compromesso la stabilità della struttura, adibita alla vendita di prodotti casalinghi e dichiarata inagibile.
Mentre i pompieri effettuavano lavori di messa in sicurezza, hanno trovato i resti umani, nello spazio che separa il capannone da una adiacente carrozzeria. Sono stati quindi informati i carabinieri che hanno avviato l’indagine di polizia scientifica.
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