Grande Roma

Operazione Tibur, per la banda dei pusher-picchiatori 204 anni di carcere

L'ultima parola sulla banda di spacciatori che per anni ha gestito lo smercio di cocaina e pusher tra Tivoli e Guidonia è arrivata ieri dalla Corte di Cassazione

Non pusher solitari, ma organizzati in una gang dotata di vedette e picchiatori pronti ad aggredire e minacciare clienti insolventi e spacciatori rivali. L’ultima parola sulla banda di pusher che per anni ha gestito lo smercio di cocaina e hashish tra Tivoli e Guidonia è arrivata ieri dalla Corte di Cassazione. I giudici di piazza Cavour hanno confermato 18 condanne per una pena complessiva di 204 anni di carcere. Subito dopo gli arresti

L’ultima parola sulla banda di pusher che per anni ha gestito lo smercio di cocaina e hashish tra Tivoli e Guidonia è arrivata ieri dalla Corte di Cassazione.

Immediatamente dopo la sentenza sono scattate le ordinanze di esecuzione della pena ormai definitiva gestite dai carabinieri a Tivoli, Guidonia, e tra le altre località, a Roma Eur, Montesilvano e Spoleto. I diciotto interessati – tutti condannati per associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti – fanno parte della lista delle 39 persone ammanettate all’alba dell’8 marzo 2018 nell’operazione “Tibur”, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Roma e condotta dai carabinieri della compagnia di Tivoli.

Il sodalizio si era imposto nell’area est della Capitale con una serie di aggressioni e minacce in danno di pusher concorrenti e di acquirenti insolventi, alcuni dei quali sottoposti a violenti pestaggi per costringerli a saldare al più presto i debiti di droga. Il capo dell’organizzazione è morto da un paio di anni, mentre per una delle sue spalle è scattata la condanna più pesante, 15 anni di carcere.

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