Gli infermieri scioperano: “Stipendi più bassi d’Europa”

Lo sciopero degli infermieri è stato proclamato per il 28 gennaio 2022

infermieri sciopero

Uno sciopero degli infermieri è stato proclamato per il 28 gennaio 2022. Ad annunciarlo il sindacato infermieristico Nursind. Tra le motivazioni: i tempi lunghi di chiusura del nuovo contratto collettivo nazionale ed il mancato inserimento dell’emendamento alla Legge di Bilancio 2022, che avrebbe dovuto svincolare l’erogazione dell’indennità specifica dal rinnovo contrattuale.

Oltretutto, gli infermieri sono sotto stress e per questo motivo in 600 nell’ultimo semestre del 2021 hanno deciso di lasciare il lavoro. A cambiare mestiere gli operatori tra i 30 e i 50 anni.

Sciopero degli infermieri: “Condizioni di lavoro inaccettabili”

“Le condizioni di lavoro sono diventate inaccettabili – si legge in un comunicato della NursInd – spostamenti continui e improvvisi di reparto, ferie bloccate, nessun affiancamento per i neoassunti, montagne di ore di straordinario non pagato, nessuna quarantena per i contatti stretti, sempre sotto-organico, richiamati continuamente in servizio, i più colpiti dalla pandemia, i primi per i quali è stato deciso l’obbligo della vaccinazione per lavorare. Non abbiamo vita al di fuori del lavoro.

Abbiamo gli stipendi tra i più bassi d’Europa. In Italia il lavoro è da laureati mentre la paga è da diplomati. Il peso della responsabilità che poggia sulle nostre spalle è sempre più gravoso. Andiamo al lavoro sapendo di stare fianco a fianco tutti i giorni con la morte. Ci sobbarchiamo a nostre spese l’assicurazione, la formazione e l’iscrizione all’ordine professionale”.

“Non siamo eroi, siamo professionisti e rispondiamo direttamente per ciò che facciamo o non facciamo, ma nulla ci è riconosciuto rispetto a chi non ha le nostre stesse responsabilità e le nostre stesse angosce. Gli applausi e le pacche sulle spalle non ci aiutano ad arrivare a fine mese”.

La nostra professione è così svalutata che sono pochi a volerla intraprendere e sono molti invece quelli che si sono stancati e l’abbandonano. Gli infermieri sono una risorsa rara. E non solo in Italia. Talmente ambiti che anche quelli formati dalle nostre università migrano all’estero, attratti da condizioni di lavoro migliori e stipendi più alti.

Vogliamo poter dare ai nostri assistiti il meglio di noi, della nostra professione. Per poterlo fare abbiamo bisogno di un corretto rapporto infermiere/pazienti (1 a 6 per i reparti ordinari) e di veder riconosciute e sviluppate le nostre competenze. Vogliamo poter svolgere l’attività libero professionale, superando il vincolo di esclusività di rapporto, e poter avere una carriera che premi le competenze specialistiche.

“Il governo Draghi non ha ritenuto di dare alcun segnale di vicinanza agli operatori sanitari (infermieri, ostetriche, OSS, professionisti sanitari), erogando già da questo mese le risorse stanziate a dicembre 2020. Il personale medico già da un anno ha giustamente ricevuto mezzo miliardo di euro, il restante personale sanitario e sociosanitario ancora nulla. Siamo i più esposti, garantiamo l’assistenza nelle 24 ore e siamo trattati come figli di un dio minore”.

“Chi di noi può si ferma e sciopera, gli altri garantiranno i servizi essenziali, come sempre abbiamo fatto”, conclude il sindacato Nursind.

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