Il Consorzio di Bonifica esprime parere negativo al progetto del nuovo Ponte della Scafa. Prescrizioni troppo impegnative e costose per proseguire nell’opera
Addio nuovo Ponte della Scafa. Il Consorzio di Bonifica Litorale Nord ha espresso il suo parere negativo al progetto presentato nella conferenza dei Servizi convocata nell’estate scorsa (leggi qui) dal Campidoglio. A 12 anni dal pre-affidamento dell’opera, tramonta la possibilità di realizzare in nuovo ponte con le caratteristiche finora previste. Le prescrizioni dettate dal Consorzio di Bonifica sono complesse e, soprattutto, molto costose. Tali che quasi certamente si rinuncerà all’infrastruttura.
Non è servita la “furbata” degli uffici comunali che dapprima avevano “dimenticato” di inviare i progetti a tutti gli enti interessati dall’opera (leggi qui) e poi avevano convocato la tardiva conferenza dei servizi in piene vacanze estive per guadagnarsi, magari, il silenzio-assenso.
Il Consorzio di Bonifica Litorale Nord, invece, ha risposto e ha espresso parere negativo al progetto. Dall’esame degli elaborati per i tecnici consortili, che devono occuparsi della sicurezza idraulica del territorio interessato dall’opera, è risultato evidente che:
– non è stato previsto un sistema di laminazione per garantire il rispetto dell’invarianza idraulica nonostante l’intervento previsto comporta un incremento delle superfici impermeabilizzate;
– non è riportata la rete di drenaggio dell’impalcato del ponte;
– non è chiaro in quali fossi demaniali avviene lo scarico delle acque meteoriche nella zona ricadente nel comune di Fiumicino e mancano gli elaborati grafici di dettaglio degli scarichi.
Viene inoltre fatto presente che, ai sensi del Regio decreto vigente 368 del 1904, la fascia di rispetto è compresa tra i 4 e 10 metri dal ciglio superiore del fosso demaniale: pertanto sono vietati i manufatti (le strade di raccordo con il nuovo ponte) posti ad una distanza minore di 4 metri dal ciglio stesso.
E’ importante evidenziare che la sola realizzazione delle vasche di laminazione, destinare a contenere gli eventuali effetti delle “bombe d’acqua” meteoriche, avrebbe un impatto economico non indifferente: basti dire che le palificazioni di sostegno dei cassoni interrati, dovrebbero raggiungere in quella zona una profondità di quasi 60 metri. Quindi, per costi quasi raddoppiati, è impensabile che si trovino i fondi necessari a proseguire l’opera.
Aveva dunque ragione l’associazione “Amici del lungomare” del presidente arch. Bruno Spinozzi quando a più riprese, a tutela della comunità contro il rischio di un’opera potenzialmente pericolosa e dalla progettazione estremamente carente, aveva allertato gli enti territoriali coinvolti. Sono almeno otto le Pec inviate ai responsabili della progettazione per segnalare le lacune nella valutazione dell’impatto ambientale e idrogeologico.
Il progetto definitivo della realizzazione del nuovo Ponte della Scafa, individuato nelle sponde distanti alcune decine di metri a valle dell’attuale ponte, è stato approvato dal Comune di Roma il 30 giugno del 2009. A distanza di 12 anni era stato il Mibac, a febbraio 2021, a sottolineare che i pareri del Ministero non erano più efficaci. Ed era scaduta anche la Valutazione d’Impatto Ambientale VIA della Regione Lazio, rilasciata il 18 giugno 2008. Incredibilmente, nessuno aveva richiesto, infine, il parere della Riserva Statale del Litorale Romano oltre che quello del Consorzio di Bonifica (leggi qui).
Non bastassero le osservazioni di carattere autorizzativo, sono sopravvenute anche pesanti perplessità per quanto attiene agli aspetti economici. Nel 2009 il finanziamento Regione Lazio metteva a disposizione dell’opera 27,2 milioni di euro. Il costo presunto aggiornato al 2021 ha fatto lievitare la somma necessaria a 51,6 milioni, vasche di laminazione incluse (5,5 milioni).
Il progetto relativo alla realizzazione del Nuovo Ponte della Scafa ha avuto inizio 2006, quando fu sottoscritto un protocollo d’intesa tra l’allora presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo, il presidente della Provincia di Roma Enrico Gasbarra, il sindaco di Roma Walter Veltroni e il sindaco di Fiumicino Mario Canapini. Nel 2009 il Campidoglio approvò il progetto definitivo e successivamente la Regione Lazio finanziò due terzi dei 39 milioni previsti (oggi 27). Solo nel 2018 il Comune di Roma si è impegnato che, dopo avere concluso le indagini geologiche e geotecniche, entro l’inizio dell’anno successivo sarebbero partiti i lavori di realizzazione previsti.
Il nuovo ponte è disegnato a quota 18.82 metri sul livello del Tevere con campata unica lunga circa 285 metri e due viadotti, ciascuno a due corsie.
I due grandi viadotti sono sostenuti da 12 file abbinate di possenti pile in cemento armato di dimensioni enormi: larghezza 2,00 metri per 7,3 di lunghezza e con altezza variabile da 5,10 metri a 13.00 circa. Le pile sono sormontate da coppie di grandi travi scatolari in cemento armato di supporto alla nuova sede stradale, con quattro carreggiate, per una larghezza complessiva di circa 23,50 metri.