Ostia X Municipio

Ampliamento del Grassi e nuove eccellenze: le anticipazioni della DG dell’Asl Roma 3 (VIDEO)

La nuova dirigente della Asl Rm 3 delinea gli obiettivi e i progetti della sanità pubblica di una delle Asl più ampie e articolate della Capitale nel post pandemia

Ampliamento dell’ospedale Grassi, potenziamento del pronto soccorso ma anche dello sviluppo della medicina del territorio e utilizzo delle nuove tecnologie. L’intervista alla nuova dirigente della Asl Roma 3 che ci porta “oltre il covid”.

“Oltre il covid”: la nuova dirigente della Asl Roma 3 Francesca Milito delinea gli obiettivi e i progetti della sanità pubblica di una delle Asl più ampie e articolate della Capitale

Parla di progetti futuri, di come moltiplicare le eccellenze esistenti, di ammodernamento dell’ospedale e di nuove tecnologie. È la nuova direttrice generale della Asl Roma 3 Francesca Milito.

Colei che, se i contagi andranno secondo le previsioni, avrà il ruolo di traghettare la Asl, che comprende i municipi romani: Decimo, Undicesimo e Tredicesimo e il territorio di Fiumicino, oltre l’emergenza della pandemia. L’abbiamo incontrata per un’intervista che chiameremo per questo “oltre il covid”.

«Oltre il covid c’è altro – ha dichiarato la dottoressa Francesca Milito direttrice generale della Asl Roma 3 – oltre il covid c’è tutto quello che normalmente un’azienda delle dimensioni e dell’importanza come questa fa e deve fare, progettare per un territorio così vasto e se vuole anche eterogeneo.»

Francesca Milito è arrivata alla Asl Roma 3 dopo aver rivestito il ruolo di direttore generale all’ospedale San Camillo Forlanini ed essersi guadagnata, quindi, un’ampia stima a livello regionale.

«Abbiamo due grandi filoni – aggiunge – quella che è la parte territoriale e quella che è la parte ospedaliera. La parte ospedaliera, mi auguro che nel più breve tempo possibile, non appena interverranno le autorizzazioni di approvazioni ministeriali, possa decollare questo progetto importante di rinnovamento e ristrutturazione del Grassi.

«Sicuramente abbiamo la fortuna di avere dei validissimi professionisti e cercheremo sempre di più di sviluppare ambiti, per esempio cardiologia interventistica, piuttosto che radiologia interventistica, piuttosto che altre cose che possono in qualche maniera evitare che i pazienti debbano essere poi spostati presso Lab di riferimento e rinnovare un pronto soccorso che in questo momento è in grossa sofferenza.»

«In tutto questo si inserisce poi l’elemento della tecnologia – aggiunge – le centrali operative territoriali avvalendosi di strumenti tecnologici importanti, già esistenti ma integrati, contribuiranno anche al discorso di monitoraggio del paziente. Aiuteranno a seguire costantemente il paziente cronico nella sua normale attività. Una cosa che a cui tengo particolarmente è l’integrazione socio sanitaria. Io credo che l’integrazione tra le istituzioni presenti in un territorio debba essere l’elemento fondante perché dall’integrazione vengono fuori buone pratiche.»

L’intervista è di Mara Azzarelli.

 

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