Il centrocampista portoghese è in arrivo nella Capitale. Scopriamo il calciatore: caratteristiche tecniche e storia
Si muove ancora il mercato in entrata della Roma, dopo l’arrivo di Maitland-Niles Mourinho potrà contare già a partire da questo pomeriggio su Sérgio Oliveira. Il centrocampista portoghese classe 1992 arriva dal Porto con la formula del prestito oneroso con diritto di riscatto per una cifra totale non superiore ai 15 milioni di euro. Oliveira è stato voluto fortemente da Mourinho che ha individuato in lui il profilo ideale per colmare le lacune tecniche e tattiche del centrocampo giallorosso.
“Un giocatore con più fisico e personalità, adatto a prendersi responsabilità” questa la fotografia scattata da José Mourinho parlando di Sérgio Oliveira in relazione ai suoi prossimi compagni di reparto. Il portoghese ha iniziato a far parlare di sé in Italia un anno fa grazie alla doppietta che eliminò la Juventus negli ottavi della scorsa Champions League. Da quel momento fu vicino prima alla Fiorentina, poi alla stessa Roma negli ultimi giorni del mercato estivo. Tutto rimandato di sei mesi, ma ora l’avventura di Sérgio Oliveira in Italia può finalmente prendere forma e colori: quelli giallorossi.
Storia e Carriera
Sérgio Oliveira nasce e si consacra calcisticamente nel Porto, ma il suo percorso di crescita e sviluppo è fatto di tante tappe intermedie: squadre, città e campionati diversi che hanno arricchito il suo bagaglio di esperienze e lo hanno forgiato caratterialmente.
Nato nel giugno del 1992 inizia a giocare a calcio a otto anni con il Paços de Brandao, piccola realtà locale nell’area metropolitana di Porto. Nel 2002 arriva la chiamata dei Dragões, preferiti allo Sporting Lisbona. Sérgio Oliveira condivide con José Mourinho l’arrivo al Porto: proprio nello stesso anno infatti il tecnico stava iniziando a gettare le basi per quella che sarebbe stata la storica stagione 2003/04, culminata con la vittoria della Champions League.
La prima data importante della sua carriera è il 17 ottobre 2009: nella partita di Coppa contro il Sertanense diventa il più giovane esordiente della storia del Porto a 17 anni, 4 mesi e 15 giorni. Peraltro, nella stessa gara, fornisce anche un assist ad Hulk per la rete del definitivo 4-0.
La prova convincente, il talento del centrocampista e la fretta con cui il club decise di rinnovare il suo contratto lasciarono presagire fin da subito una carriera importante da bandiera del Porto, ma non andò esattamente così. La storia di Sérgio Oliveira, come accennato, si è sviluppata lungo tante piccole tappe intermedie non sempre fortunatissime e il suo processo di maturazione calcistica, per un attimo, sembrò destinato all’incompiutezza.
Nella stagione 2010/11 si trasferisce in prestito al Beira-Mar alla ricerca, senza successo, di spazio per crescere. Termina l’anno con 12 presenze e pochi minuti. I primi sei mesi della stagione successiva vola in Belgio al Mechelen: 8 partite e 3 gol segnati; per poi tornare nuovamente in Portogallo al Penafiel, club della seconda divisione (13 partite e 3 gol).
Nel 2012/13 il Porto decide di farlo crescere in casa nella squadra B. In una stagione completa Sérgio Oliveira riesce a mettersi in mostra con 36 presenze, condite da 6 gol e 3 assist. Il rendimento però non è sufficiente per garantirgli una chiamata in prima squadra e viene ceduto in prestito biennale al Paços de Ferreira. Qui gioca due stagioni da titolare a buon livello, raccogliendo 6 gol e 2 assist in 65 presenze. Altra curiosità romanista: durante il suo secondo anno sulla panchina del Paços de Ferreira sedeva Paulo Fonseca, ex tecnico giallorosso.
La continuità trovata e la crescita dimostrata nei due anni lontano da casa sembrano convincere il Porto a puntare nuovamente su di lui per la stagione 2015/16. Il momento di Sérgio Oliveira però non è ancora arrivato: 18 presenze, distribuite principalmente nella parte finale del campionato, e 3 gol mettono nuovamente a rischio la sua avventura con i Dragões. L’anno successivo infatti resta a guardare ai margini della rosa nei primi sei mesi e finisce in prestito in Francia al Nantes nel secondo semestre.
L’esperienza al Nantes non sembra essere rilevante da un punto di vista numerico e statistico per Sérgio Oliveira (6 presenze e 109 minuti giocati); ma lo è certamente per la sua carriera. In Francia ha modo di conoscere e di farsi apprezzare da Sérgio Conceição, tecnico che lo vorrà fortemente con sé nella stagione successiva proprio al Porto.
Il 2017/18 sembra essere l’anno della consacrazione, per la prima volta Sérgio Oliveira riesce a trovare spazio e continuità nel club del suo cuore: 27 presenze con 4 gol e 3 assist. Il percorso in Portogallo però subisce un altro stop forzato. Nella prima parte della stagione 2018/19 perde progressivamente spazio (17 presenze, 2 gol e pochi minuti giocati) e termina in prestito al Paok in Grecia (15 presenze e 3 gol), club con il quale vincerà campionato e coppa.
Il riscatto tanto atteso arriva finalmente nella stagione 2019/20: sulla panchina dei lusitani c’è ancora Conceição e questa volta Sérgio Oliveira diventa leader e guida del centrocampo e della squadra. In tutte le competizioni tocca quota 35 presenze, a cui si aggiungono 5 gol e 7 assist. Il passo verso la definitiva consacrazione è compiuto. L’anno successivo è il migliore della sua carriera: le presenze totali sono 48, tra cui le 8 che trascinano il Porto ai quarti di Champions League. Sérgio Oliveira si riscopre anche realizzatore arrivando a quota 20 gol, supportarti da 7 assist.
L’estate accende su di lui i riflettori di molti club europei, attirati anche dalla sapiente regia del super-procuratore Jorge Mendes. Sérgio Oliveira è vicinissimo alla nuova Fiorentina di Gattuso, ma l’affare sfuma all’ultimo per problemi legati alle commissioni generando immediatamente la rottura tra lo stesso tecnico e i viola. Avvicinato dalla Roma negli ultimi giorni di mercato, la trattativa si interrompe perché i giallorossi non riescono a piazzare gli esuberi. Sei mesi dopo la fumata bianca.
Nazionale
Considerato fin dall’esordio uno dei talenti più puri del calcio portoghese la carriera in Nazionale di Sérgio Oliveira ha seguito tutta la trafila delle Under. Spiccano le 20 presenze nella selezione Under-20, con cui si laurea vice-Campione del Mondo nel 2011, e le 23 con l’Under-21, terminata seconda negli Europei del 2015.
La chiamata di Fernando Santos per la Nazionale maggiore arriva il 6 settembre del 2018, da quel momento Sérgio Oliveira colleziona 13 presenze tra EURO2020, Nations League e qualificazioni ai prossimi Mondiali.
Caratteristiche tecniche
Per descrivere Sérgio Oliveira è interessante e corretto partire dai numeri complessivi della sua carriera a livello di club: 330 partite, 60 gol e 31 assist; ma anche 8 trofei vinti tra Portogallo e Grecia.
Il suo percorso e la sua evoluzione tecnica e tattica lo hanno reso alla soglia dei trent’anni un centrocampista completo: pulito ed efficace in fase offensiva, solido e puntuale in quella difensiva. Agli inizi della sua carriera sembrava fosse destinato ad un ruolo da trequartista puro, poi il suo percorso calcistico lo ha portato ad esplorare le retrovie del centrocampo. Ha giocato con continuità e con buoni risultati da mezzala nel 4-3-3, e all’interno del campo sia con il 4-4-2 che con il 4-2-3-1.
Sebbene non velocissimo, Sérgio Oliveira compensa in fase di non possesso grazie ad un ottimo senso della posizione che lo porta a muoversi in anticipo prevedendo lo sviluppo dell’azione. L’acquisita capacità in interdizione si abbina alle doti tecniche che fin dai primi tempi il portoghese ha lasciato intravedere: sono ottimi i suoi dati per quanto riguarda la precisione dei passaggi e la propensione a giocare il pallone sotto pressione.
Sérgio Oliveira è un calciatore completo ed esperto, abituato a prendersi le responsabilità dei tempi e dei ritmi di gioco. Carismatico e di personalità ha inoltre il vantaggio di essere un ottimo calciatore da fermo: corner, punizioni e rigori al Porto sono di sua esclusiva competenza.
Nella Roma viene sicuro di una maglia da titolare, poco importa la collocazione e il modulo. Nel 4-2-3-1, riproposto da Mourinho contro la Juventus, può giocare davanti alla difesa offrendo al tecnico un’opzione bilanciata tra qualità e quantità. Nel 3-5-2 può ricoprire il ruolo di mezzala tecnica o di vertice basso, per una squadra a trazione anteriore, nel caso in cui si rendesse necessaria una costruzione più pulita dalle retrovie. In una carriera fatta di viaggi l’auspicio, suo e dei giallorossi, è che Roma possa diventare la tappa conclusiva del suo percorso.
Michele Gioia
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