Variante Omicron: perché i tamponi rapidi non sono efficaci

Omicron, Crisanti: "I tamponi rapidi non vanno bene, ripristinerei i molecolari anche per chiudere le quarantene"

Si discute nelle ultime ore sulla ridotta sensibilità dei tamponi nasali alla variante Omicron. L’argomento sta mettendo in crisi medici, pazienti e produttori dei test antigenici più utilizzati fino a ieri da tutti, per avere la libertà di accesso nei luoghi che lo richiedevano come prove di negatività, ma anche confermata guarigione. Oggi ad essere in dubbio è la certezza del risultato dei tamponi nasali soprattutto nei primi giorni di infezione e con la nuova variante. Alcuni studi oltre oceano, lo stanno dimostrando. I dettagli.

Omicron, Crisanti: “I tamponi rapidi non vanno bene, ripristinerei i molecolari anche per chiudere le quarantene”

A riferire su questa novità non proprio tranquillizzante, circa il poco funzionamento dei test antigenici rapidi per l’individuazione della variante Omicron, è la rivista Focus. Il periodico di divulgazione scientifica, trae a sua volta la base dell’articolo, nonché lo spunto utile a noi per discutere sulla veloce evoluzione della Sars Cov 2 e sulla non altrettanto rapida elaborazione di test che possano rilevarne la presenza, dall’analisi del doppio test dei ricercatori della Yale School of Public Health.

L’esperimento, al quale sono stati sottoposti una trentina di impiegati americani in diversi punti della nazione, consisteva nel somministrare il test molecolare per avere la certezza dello stato di positività dei pazienti, e successivamente, far fare agli stessi anche due test nasali rapidi di marche diverse per 10 giorni.

Ed ecco cosa è venuto fuori: nella prima fase dell’infezione, anche quando quasi tutti i partecipanti al test sono risultati positivi al test molecolare, ci sono voluti tre giorni affinché anche i due test rapidi nasali rilevassero l’infezione.

Lo studio americano consultabile tramite questo link, non è l’unico a far perdere punti al test nasali. Da un secondo studio sul rilevamento Omicron, condotto in Sudafrica (leggi qui), arriva la conferma che i tamponi molecolari rilevano un più alto numero di positivi ad Omicron se il test viene eseguito prelevando campioni di saliva.

Non si prendono alcuna responsabilità al momento, né gli studi né chi li ha diffusi, nell’affermare che i tamponi rapidi nasali non funzionano granché con la variante Omicron, ma il dubbio viene, a giudicare poi dall’esito dei test molecolari effettuati e che, al contrario, sono via via migliorati nella capacità di risposta.

Di quest’idea, è anche il virologo Andrea Crisanti e prima di lui il consulente del commissario per l’emergenza Covid Guido Rasi, che proprio di recente aveva osservato che, con la variante Omicron di Sars-CoV-2 in ascesa, i tamponi rapidi rischiano di diventare inutili, perché questo virus mutante sembrerebbe in grado di sfuggire con maggior frequenza ai test diagnostici.

Con l’occasione di una serie di studi che per altro mettono a paragone addirittura diverse marche di tamponi rapidi con esiti falsi negativi, e per i primi giorni di infezione caratterizzati per altro da carica virale elevata, prende forza proprio la riflessione di Andrea Crisanti, che da tempo segnala come cruciale il nodo tamponi rapidi:

“È una questione anche di sensibilità del test – ha spiegato il virologo – e potrebbe pure essere che la variante Omicron nello specifico sfugge, perché magari ci sono anche sottovarianti e così via. In ogni caso, i tamponi rapidi non vanno bene e ripristinerei i molecolari anche per chiudere le quarantene e certificare le guarigioni”.

Sull’ipotesi di Crisanti delle sottovarianti che “sfuggono”, ci basti pensare che il coronavirus nella variante Omicron presenta una cinquantina di mutazioni caratteristiche, oltre 30 delle quali a carico della proteina spike: ciascuna di queste alterazioni potrebbe modificare l’aspetto delle proteine superficiali prese di mira dai test antigenici.

Intanto, considerata la necessità di attendere a volte diversi giorni per avere il risultato dei tamponi molecolari, i tamponi nasali restano ancora qualcosa che non è possibile abbandonare, ma con la buona pratica di ripeterli nel caso di un negativo che potrebbe non essere tale.

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