Giallo a tinte fosche a Fregene, dove ieri, a seguito di una segnalazione fatta alla capitaneria di porto intorno alle 10 di mattina, lo scorso 28 di dicembre, è stato rinvenuto il cadavere di un uomo, probabilmente un clochard – la cui identità è ancora da scoprire – presso la spiaggia dello stabilimento Riviera.
Il corpo senza vita è stato rinvenuto ieri intorno alle ore 10, senza evidenti segni di violenza, nè documenti o segni particolari che aiutino gli inquirenti a risalire all’identità della persona
Uno dei titolari dello stabilimento, raccontava preoccupato del ritrovamento del cadavere, rinvenuto durante il suo giro di controllo: il corpo giaceva tra le onde del mare e la battigia. Ad una prima occhiata era sembrato quasi un tronco che giaceva sulla riva ma poi, ad una osservazione più approfondita la visione era diventata sempre più chiara: si trattava di un corpo umano. A seguito del rinvenimento, sono arrivati gli uomini della Guardia Costiera, coadiuvati dai colleghi dei Carabinieri della Stazione di Fregene, ed hanno transennato tutta l’area, con la Procura di Civitavecchia che indaga sull’accaduto.
Il corpo era da diversi giorni in acqua ed era in avanzato stato di decomposizione, è in corso l’autopsia e non è stato possibile capire, dai primi rilievi, da quanto il cadavere fosse in mare, anche se è molto probabile che le temperature gelide di questi giorni abbiano favorito una lunga conservazione, molto di più rispetto ai 7-10 giorni che si sono ipotizzati. Tra le varie ipotesi al vaglio attualmente, quella del suicidio, con l’uomo – calvo, con barba bianca e tra i 40 ed i 50 anni d’età – che potrebbe essersi buttato da un ponte con la corrente che l’avrebbe poi portato fino alla spiaggia. Non ci sono evidenti segni apparenti di violenza, l’uomo era seminudo con i vestiti arrotolati sulla testa. Un pescatore locale che ha aiutato le forze dell’ordine a tirar via il corpo dalla riva, racconta “L’uomo indossava una maglietta a maniche corte blu che gli era salita fino al collo, ed una tuta della Champion con una felpa verde militare, ed ai piedi scarpe dell’Adidas ed era senza documenti né segni particolari come tatuaggi o cicatrici, che sarebbero stati utili per risalire alla sua identità”.
Tuttavia un particolare importante potrebbe dare una svolta alle indagini, dato che in uno dei calzini dell’uomo, sono stati trovati arrotolati 120 euro, prende consistenza la pista di un senza dimora che, caduto o spinto nel Tevere, potrebbe essere arrivato dopo diverso tempo a Fregene spinto dalla corrente. L’uomo potrebbe essere rimasto per diverso tempo nella foce del fiume e una volta arrivato a mare, il vento di scirocco potrebbe averlo fatto approdare alla spiaggia.
Gli inquirenti pensano che il cadavere non sia rimasto per molto in mare, altrimenti questo avrebbe evidenti segni frutto dei morsi dei pesci predatori. Che sia una aggressione o un incidente, o un suicidio, adesso si cercherà di capire tutto e ricostruire i pezzi di questo intricato puzzle investigativo, anche per risalire alla provenienza di quei 120 euro. Ogni cosa sarà più chiara dopo che l’autopsia disposta dalla Procura di Civitavecchia ed attualmente in corso, farà nuova luce, decisiva, su questo macabro evento, con la salma già trasferita e prelevata dalla polizia mortuaria.
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