“Addio ai tatuaggi a colori”. Ma è veramente così? Cosa dice la normativa europea (VIDEO)

Ha destato preoccupazione e molte polemiche la notizia dell'addio ai tatuaggi a colori dal 4 gennaio. In realtà la normativa europea dice altro.

“Dal 4 gennaio addio ai tatuaggi a colori”. La notizia pubblicata recentemente da alcune testate giornalistiche ha destato parecchio scalpore nel mondo degli appassionati dei tatoo, che tra preoccupazione e incredulità hanno scatenato un tam tam sul web. Causando non pochi danni in termini economici e d’immagine ai professionisti del settore. In realtà la normativa europea dice altro.

Tatuaggi a colori, la parola all’esperto

Franco Cecconi, vice presidente associazione Tatuatori.it: “Non è assolutamente vero. La normativa dice che ci sono delle percentuali di pigmento da adeguare. Queste percentuali erano già nell’aria danni, quindi le aziende produttrici di colori già si sono adeguate alla normativa. L’alcol isopropilico non verrà più utilizzato, verranno usati altri liquidi di sospensione. Lo scandalo contro i colori non è giustificato”.

“Reazioni allergiche sono possibili, ma non ci sono casi di malattie legate alla trasmissione attraverso il tatuaggio. Preoccupiamoci di chi tatua in casa in maniera impropria che non li controlla nessuno. I tatuaggi a colori li abbiamo sempre fatti e li continueremo a farli. La ricerca di nuove soluzioni anche nel nostro settore non si ferma mai”.

I due pigmenti difficilmente sostituibili sono un blu 15:3 e il green seven per i quali la commissione europea ha concesso alle aziende produttrici un ulteriore anno di tempo per trovare delle molecole alternative. Ma la sostanza a creare attualmente più problemi è l’alcol isopropilico.

A tutti gli effetti questa campagna mediatica per i tatuatori ha significato un vero e proprio danno d’immagine, anche perchè l’isopropanolo è una sostanza presente anche in diversi prodotti cosmetici e shampoo.

Oltre al danno d’immagine, per molte aziende produttrici di colori si configura un danno economico, visto che anche causa Covid, non hanno potuto smaltire i prodotti vietati. Questo si riverserà anche sul costo dei tatuaggi?

Servizio video di Francesco Ferraro.

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