Operazione anti bracconaggio: 25 denunce e sequestri tra Roma e provincia

Roma: Carabinieri della Forestale e volontari della Lipu in azione, contro l'attività venatoria illegale e l’utilizzo di richiami elettronici non consentiti

Lazio: è durata quasi due mesi l’operazione anti bracconaggio, denominata “Recall 6”, e svolta dai Carabinieri della Forestale di Roma in collaborazione con le Guardie Volontarie Venatorie della Lipu nel territorio della Citta Metropolitana di Roma Capitale. Numerosi i sequestri di richiami illegali e le denunce, anche per abbattimenti di specie non consentite. I dettagli.

Carabinieri della Forestale e volontari della Lipu in azione, contro l’attività venatoria illegale e l’utilizzo di richiami elettronici non consentiti

Controlli finalizzati alla prevenzione di attività venatoria illecita e l’utilizzo dei richiami elettronici per riprodurre il verso degli uccelli, illegale in ambito venatorio, sono stati svolti dai militari del Gruppo Carabinieri Forestale di Roma in collaborazione con le Guardie Venatorie Lipu, tra la città di Roma e Provincia.

Dalla metà di ottobre e fino a pochi giorni fa, numerose sono stale le segnalazioni ei sequestri con sanzioni. In particolare sono state segnalate all’AG, 25 persone per varie tipologie di reati. I casi di utilizzo di richiami elettromagnetici sono stati 14, mentre nove i casi gravi di abbattimenti di specie non consentita.

Tra i reati anche un utilizzo di richiamo con anello contraffatto ed un’omessa custodia di arma da fuoco. Infine, una persona è stata denunciata per concorso nella commissione dei reati. Le violazioni accertate e punite con sanzione amministrativa pecuniaria per un importo complessivo di oltre 8mila euro, sono state circa 60.

Tra i richiami sequestrati, i più ricorrenti sono stati quelli che riproducono il verso del tordo bottaccio e dell’allodola, particolarmente utilizzati tra ottobre e novembre in concomitanza con i percorsi migratori delle due specie effettuano nel Lazio. I richiami che sono assolutamente vietati nella caccia, vengono sostanzialmente utilizzati per attirare i poveri animali ignari e facilitarne l’abbattimento da parte dei bracconieri.

I richiami elettronici sono vietati dalle normative per via della facilità con cui gli animali ne sono attratti e la conseguente elevata possibilità di essere abbattuti. – spiegano da Lipu – La Direttiva 2009/147/CEE (Direttiva Uccelli) prevede infatti il divieto di utilizzare registratori. A questa si aggiunge, la legge 157/92 sulla protezione della fauna e del prelievo venatorio prevede all’articolo 21, il divieto di utilizzo di richiami a funzionamento elettronico e stabilisce all’articolo 30, per il loro utilizzo, la sanzione penale dell’ammenda fino a 1.549 euro con la confisca obbligatoria del richiamo stesso“.

Per tali reati, come previsto dalla legge, nell’operazione “Recall 6”, sono scattate 25 denunce e il sequestro di 21 fucili, oltre a 59 sanzioni amministrative per un totale di circa 8mila euro. Tra i vari illeciti gravi accertati, si segnala la contestazione mossa ad un cacciatore che utilizzava richiami vivi, appartenenti alla specie allodola, con anelli contraffatti, chiaro segno di provenienza illecita degli uccelli.

“Non dobbiamo abbassare la guardia ed è necessario garantire un sistema di controlli efficaci tutto l’anno, che assicurino il rispetto della legge e la tutela della fauna. Infatti, se da un lato possiamo registrare una flessione del fenomeno, il bracconaggio nella provincia di Roma continua ad essere un problema molto serio – ha dichiarato Luca Demartini, coordinatore nazionale della Vigilanza Lipu”.

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