Fine di un incubo durato oltre tre anni per i concessionari della Gamma Auto: le indagini del Gico avevano fatto “confusione” con un altro autosalone appartenuto agli Spada e poi chiuso
Maledetti quei 350 metri di distanza e tirata d’orecchi per chi, ereditando le indagini della Squadra Mobile, al Gico ha “confuso” Gamma Auto con Rosa Car. E’ finito oggi l’incubo dei concessionari della Gamma Auto di via dei Romagnoli: la Guardia di Finanza ha restituito le chiavi ai legittimi proprietari. Il loro autosalone era stato confiscato nel 2018 perché ritenenuti collegati al clan Spada.
La restituzione dell’azienda e delle chiavi dell’autosalone è avvenuta questa mattina nelle mani di Piergiorgio Capra e del suo commercialista per effetto del decreto 70/2021 della Corte d’Appello Sezione Quarta penale Misure di prevenzione. E’ la fine di un incubo che, secondo una prima stima dei proprietari, ha avuto un costo approssimativo di circa 100mila euro di danno pure in presenza dell’amministratore giudiziario nominato dal Tribunale. La Corte ha accolto il ricorso per il quale è stato dimostrato che tra i titolari della Gamma Auto e gli appartenenti del clan Spada arrestati a gennaio di tre anni fa nel corso dell’operazione “Eclisse” non è intercorso alcun rapporto, né di affari né di conoscenza.
I guai per i proprietari della Gamma Auto, Piergiorgio Capra e Giovanni Deturres, sono iniziati quando il fascicolo delle indagini condotte fino ad allora dalla Squadra Mobile di Roma è passato al Gico della Guardia di Finanza. Fino a quel momento le dichiarazioni di due collaboratori di giustizia, in particolare del romeno Paul Dociu, indicavano nel “Rosa Car” di via dei Romagnoli 147/151 una delle attività nella disponibilità di Carmine Spada detto “Romoletto”. Per una valutazione “priva di riscontro”, sottolineano i giudici nel decreto, la Guardia di Finanza individua invece nella “Gamma auto” di via dei Romagnoli 25/43, l’autosalone del clan. Appena trecentocinquanta metri e oltre cento numeri civici di differenza che, però, hanno cambiato la vita ai titolari incensurati dell’azienda.
Eppure le dichiarazioni del collaboratore di giustizia, le intercettazioni ambientali e i riscontri raccolti dalla Squadra Mobile di Roma erano più che chiari. L’autosalone nella disponibilità di Carmine Spada si trovava “… come vieni da Ostia Antica, andando verso Ostia Centrale ce sta, dopo il Cineland, ci sta un grosso albergo sulla parte destra e affianco ce sta il concessionario prima del cavalcavia,…”. Più precisamente, ribadiva il Dociu in un successivo interrogatorio, “il nuovo autosalone sta partendo da Ostia Antica, verso Ostia centro, sulla via del Mare, prima di arrivare al Piazzale della Posta, si ritrova un cavalcavia pedonale, fermandosi proprio prima del cavalcavia pedonale sulla destra ci si trova un albergo con affianco questo autosalone, dentro il parcheggio dell’albergo, affianco ci sta il concessionario”. Gamma Auto si trova a 350 metri di distanza oltre il cavalcavia Attico Tabacchi, non è di fianco a un albergo (L’Airport Palace oggi chiuso) e non ha un piazzale di fronte alle sue serrande.
Per la Squadra Mobile l’autosalone era senza dubbio Rosa Car di Via dei Romagnoli n. 147/151 in quanto ritenuto:“… attività commerciale di fatto di proprietà di Spada Carmine e Franzese Carlo”. Il negozio Rosa Car all’epoca delle indagini era già stato chiuso: risultano l’inizio attività il 10 ottobre 2011 e la messa in liquidazione il 19 novembre 2012. Secondo la difesa di Capra e Deturres il termine “nuovo autosalone” non poteva dunque essere riferito alla Gamma Auto, società operante ininterrottamente dal 1996.
I giudici della Corte d’Appello hanno rivisto gli atti e hanno dato ragione ai difensori di Capra (avvocato Andrea Rossi) e di Deturres (avvocato Maria Calisse). Perciò il ricorso è stato accolto e la Gamma Auto è stata restituita ai legittimi proprietari.
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