Il servizio di Siria Guerrieri
Fiumicino: l’ultima piena del Tevere ha lasciato sulle scogliere uno spesso strato di rifiuti, in gran parte plastica. Un fenomeno preoccupante, ma esistono strumenti per arginarlo.
L’ultima piena del Tevere ha riversato una lunga scia di rifiuti sulle scogliere e nella Darsena di Fiumicino: il fiume, tra discariche illegali e problemi nella raccolta differenziata da parte dei Comuni, è diventato una sorta di nastro trasportatore di spazzatura, in gran parte plastica.
Gli unici strumenti ad oggi in grado di arginare – almeno in parte – questo fenomeno sono le barriere galleggianti, installate dalla Regione Lazio sul Tevere, all’altezza di Parco Leonardo, e sull’Aniene: finora sono state in grado di bloccare 8 tonnellate di materiali plastici, e poi lavatrici, frigoriferi, bombole, pronti a finire sulle nostre spiagge.
« Proprio in questi giorni le barriere stanno raccogliendo molto – ha spiegato Cristiana Avenali – Responsabile Contratti di Fiume Regione Lazio – abbiamo già prorogato per un ulteriore anno la presenza della barriera in acqua. Stiamo lavorando per andare avanti. Aggiungeremo un’altra barriera che avrà il compito di bloccare gli inquinanti liquidi. Dobbiamo fare molto per evitare che questi rifiuti arrivino in mare.»
Ma per fermare l‘inquinamento dei fiumi, sempre più sommersi dalla plastica, occorre intervenire anche alla radice:
«I dati scientifici più recenti ci dicono che sono proprio i fiumi a giocare un ruolo chiave nell’inquinamento dei mari – aggiunge Giuseppe Ungherese di GreenPeace Italia – il Tevere stime recenti dell’unione internazionale per la conservazione della natura ci indicano come sia il fiume laziale più importante nell’aumentare l’inquinamento del Mar Mediterraneo, dunque, bisognerebbe intervenire a monte.»
Le interviste complete nel servizio di Siria Guerrieri.
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